Il leader M5S ha incontrato in Campidoglio i vertici dell'amministrazione Raggi: al vaglio l'ecosostenibilità, le cubature destinate al verde pubblico, le certificazioni e l’impatto delle costruzioni. È la chiave attraverso cui la vicenda può sbloccarsi: l’impianto a Tor di Valle avrà l’ok solo se il progetto sarà in linea coi valori ambientalisti del movimento. Martedì l'ex comico potrebbe tornare a Palazzo Senatorio per un vertice con i consiglieri
“Decidete voi, la scelta è vostra. Ma non fatevi influenzare da pressioni esterne”. Beppe Grillo incontra Virginia Raggi e non affossa il nuovo stadio della Roma. Avrebbe potuto farlo, dopo l’assist della Soprintendenza che ha chiesto il vincolo sul vecchio ippodromo di Tor di Valle, il parere negativo degli uffici del Comune, la spaccatura fra i consiglieri e il malcontento della base. Ma l’intenzione è un’altra: così il progetto va avanti. Se fino ad arrivare in porto, si vedrà col tempo: “Ci sono dei problemi, ma risolveremo: faremo la cosa migliore per i cittadini e per il luogo”, sibila il garante del Movimento all’uscita da Palazzo Senatorio. Molto dipenderà dalla possibilità di trovare questa soluzione. E soprattutto di riuscire a far passare il via libera, ancora tutto eventuale, come una vittoria del Movimento 5 stelle e dei suoi valori. Per questo in Campidoglio stanno lavorando soprattutto sulla parte “green” del dossier, a cui Grillo si è interessato in prima persona.
L’incontro avvenuto in Comune è durato più di due ore, tra pochi intimi: oltre alla prima cittadina da una parte, e Grillo e Davide Casaleggio dall’altra, presenti anche il vicesindaco Luca Bergamo, la presidente della Commissione Urbanistica Donatella Iorio (unica consigliere, di fatto sta facendo le veci dell’assessore dimissionario Paolo Berdini), i due “parlamentari-tutor” Bonafede e Fraccaro e l’avvocato Lanzalone. Non il capogruppo Paolo Ferrara e tantomeno il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito, tra i più contrari al progetto.
Stavolta niente venti di burrasca, dopo la discesa nella Capitale ai tempi della crisi successiva all’arresto di Raffaele Marra, quando Grillo aveva preferito non incontrare di persona la sindaca. Il clima è tornato sereno, come nell’ultima visita ai consiglieri. Il leader del Movimento 5 stelle si è anche complimentato per alcuni provvedimenti, in particolare per le spazzatrici elettriche in azione da qualche giorno per le vie di Roma. “Finalmente la macchina si sta muovendo”. Ma il lungo vertice non era certo occasione per i convenevoli, con due questioni spinose sul tavolo: la ricerca del sostituto di Paolo Berdini all’Urbanistica (il nome non è stato ancora individuato) e soprattutto lo stadio della Roma.
La stessa presenza in blocco dei vertici del M5s in Comune testimonia l’interesse nei confronti di un’opera che può portare risorse importanti in città (dopo il no già pronunciato contro le Olimpiadi di Roma 2024) e a cui Grillo non sembra voler rinunciare a cuor leggero. Infatti prima, durante e dopo l’incontro sono arrivate solo dichiarazioni di parziale apertura. Il garante del Movimento si è fatto raccontare tutta la cronistoria dell’iter burocratico, dalla famosa delibera sul pubblico interesse di Ignazio Marino (quella che un gruppo di attivisti vorrebbe annullare) all’ultima novità del vincolo architettonico da parte della Sovrintendenza.
Casaleggio ha soprattutto ascoltato, Grillo è entrato più nel dettaglio delle questioni ambientali del dossier: la sua ecosostenibilità, le cubature destinate al verde pubblico, le certificazioni e l’impatto zero delle costruzioni. È questa la chiave attraverso cui la vicenda può sbloccarsi: l’impianto a Tor di Valle avrà l’ok solo se l’amministrazione Raggi riuscirà ad avere (e a comunicare ai cittadini) un progetto in linea coi valori ambientalisti del M5s. Un’operazione che era già iniziata all’indomani dell’incontro con l’As Roma che sembrava aver sancito il raggiungimento di un accordo, salvo poi arenarsi per le dimissioni di Berdini e le proteste degli attivisti e di parte dei consiglieri.
La cosiddetta “base” – dal tavolo dell’Urbanistica al Municipio VIII – continua ad essere contraria: martedì una delegazione si riunirà a Piazza della Madonna di Loreto (la prefettura non ha concesso l’autorizzazione per il Campidoglio) per consegnare alla sindaca una delibera che annulli la dichiarazione di pubblico interesse. Alcuni chiedono anche il voto online, ipotesi che aveva preso corpo dopo una dichiarazione di Grillo, ma a quanto trapela da Palazzo Senatorio nell’incontro odierno non si è fatto alcun accenno ad alcun tipo di consultazione. La strada pare poco praticabile: più facile che si cerchi un confronto con gli abitanti dell’area di Tor di Valle, magari proprio con il Municipio (che pur essendo a guida grillina fin qui non ha apprezzato molto le mosse della giunta).
Il malumore resta, insomma, e si ricollega direttamente anche alle crepe che sono riaffiorate in maggioranza, dove diversi consiglieri sull’onda della protesta si sono schierati per il no al progetto senza un taglio delle cubature più consistente del 25% concordato con la società. È uno degli ostacoli politici maggiori per la Raggi e per il progetto. Per questo, a quanto apprende IlFattoQuotidiano.it, Grillo potrebbe anche tornare in Campidoglio martedì, per un secondo incontro più allargato con i consiglieri. Per riportare il sereno anche in maggioranza e dettare la linea.
Dal punto di vista tecnico, invece, la novità del vincolo della Sovrintendenza potrebbe nell’immediato semplificare il quadro piuttosto che complicarlo: possibile che a questo punto sia la As Roma, visti i nuovi elementi sopraggiunti, a domandare (ed ottenere), una proroga alla Conferenza dei servizi in scadenza il 3 marzo. Così ci sarebbe più tempo per definire il quadro. Raggi, Grillo e il Movimento 5 stelle non chiedono di meglio.