L'accordo con l'istituto di previdenza sulle tariffe riconosciute ai centri di assistenza fiscale per le pratiche seguite è scaduto a fine 2016 e non è stato rinnovato. La Consulta nazionale: "Abbiamo mantenuto aperti gli sportelli per senso di responsabilità e nei primi 50 giorni del 2017 abbiamo inviato almeno 800mila Dichiarazioni sostitutive. Ma l’assenza di risposte pone problemi di erogazione del servizio"
I Caf minacciano di bloccare la compilazione dell’Isee, l’indicatore della situazione economica che consente ai cittadini di accedere, a condizioni agevolate, alle prestazioni sociali o a servizi di pubblica utilità. La Consulta Nazionale dei Caf ha comunicato che sta valutando la possibilità di sospendere il servizio a partire dai primi giorni di marzo se nei prossimi giorni non arriveranno dall’Inps e dal ministero del Lavoro le risposte necessarie per consentire loro di portare avanti le loro attività. Oggetto del contendere sono le tariffe che l’istituto nazionale di previdenza riconosce ai centri di assistenza fiscale: la convenzione scadeva a fine 2016 e non è stata rinnovata.
“Sono quasi due mesi che i Caf assicurano il servizio Isee a milioni di nuclei familiari che hanno diritto di accedere alle diverse provvidenze sociali, in assenza di un rapporto convenzionale con l’Istituto di Previdenza Sociale; questa situazione sta determinando un preoccupante stato di incertezza nello svolgimento delle attività, che pone problemi di tenuta economica e finanziaria da parte dei Caf, privi della copertura assicurata dalla convenzione con l’Inps”, denuncia la Consulta di cui la Cgil fa parte. Del resto anche la Corte dei Conti, nella determinazione sull’esercizio 2015 dell’Inps, ha sottolineato che “il problema della copertura dei costi del servizio reso dai Caf, in particolare, ai fini della certificazione Isee rimane, dunque, ancora non risolto, con ripercussione già dal 2017″, auspicando “che si pervenga ad individuare idonee soluzioni anche di carattere tecnico-normativo”.
Nonostante questo, prosegue la nota, “e per senso di responsabilità e per rispetto nei confronti dei cittadini, i Caf hanno mantenuto aperti i propri sportelli, dove in questi primi 50 giorni del 2017 sono state almeno 800mila le pratiche Dsu” – la Dichiarazione sostitutiva unica – “inviate dai Caf all’Inps, per ottenere la certificazione, ma l’assenza di risposte da parte dell’Ente di Previdenza pone problemi di erogazione del servizio che richiedono rapide soluzioni”. La decisione definitiva sarà presa nei prossimi giorni, se “non dovesse esserci nessuna apertura da parte dell’Inps nel definire tempestivamente le condizioni che possano assicurare ai Caf il proseguo dell’attività”.