Confermato l’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano per l’omicidio di Sarah Scazzi come chiesto dal pg Fulvio Bufi ieri.
L’accusa aveva chiesto il rigetto dei ricorsi di tutti gli imputati, anche di Michele e Carmine Misseri per la soppressione del cadavere. “Forse è stata eccessiva l’affermazione del pubblico ministero nel processo di primo grado secondo il quale il giorno dell’omicidio di Sarah ad Avetrana ‘Nostro Signore si è distratto’. Non si distragga oggi il collegio giudicante. Consegnate alla piccola e sfortunata Sarah il riposo eterno che merita – aveva detto Baldi nella requisitoria al processo in Cassazione per l’omicidio di Avetrana – Non è un processo per affermare la responsabilità di Michele Misseri per omicidio”, ma per confermare la colpevolezza di Cosima e Sabrina “visti i continui ripensamenti di Michele, le corti hanno fatto a meno delle sue dichiarazioni“. L’avvocato Franco Coppi per Sabrina aveva chiesto l’annullamento del verdetto senza rinvio sostenendo che l’autore dell’omicidio è Michele Misseri. Per lui i giudici hanno confermato 8 anni soppressione di cadavere. Anche per lui quindi si aprono le porte del carcere. Gli ermellini hanno inflitto cinque anni e undici mesi a Carmine Misseri (fratello di Michele), per Vito Russo junior a un anno e quattro mesi e per Giuseppe Nigro a un anno e quattro mesi. Lo zio di Sarah Scazzi è stato condannato per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, suo fratello per soppressione di cadavere, gli ultimi due per favoreggiamento.
Sette anni fa il delitto di Avetrana
Il delitto di Avetrana (Taranto) porta la data del 26 agosto 2010 quando la quindicenne Sarah Scazzi sparisce nel nulla nel tragitto tra la sua casa e quella della famiglia Misseri. La cugina Sabrina Misseri e la zia materna Cosima Serrano, madre e figlia, condannate all’ergastolo in primo e secondo grado con l’accusa di aver strangolato e ucciso quell’adolescente minuta e graziosa, si sono sempre dichiarate innocente. Le motivazioni della sentenza di appello di 1.277 pagine sono state depositate a 13 mesi dal verdetto. Per loro è sceso in campo, al gran completo, lo studio del professor Franco Coppi, il penalista famoso per i tanti processi importanti affrontati, che da anni cerca di sostenere l’innocenza di Sabrina – 22 anni all’epoca del fatto – e di sottrarla al carcere a vita indicando nel padre Michele Misseri il reo confesso. Il ruolo di capro espiatorio, questo ex emigrato in Germania sottomesso alla moglie, lo ha giocato tante volte, con diverse versioni e ritrattazioni, a partire dalla confessione che il 6 ottobre 2010 fece ritrovare il corpo di Sarah in un pozzo e recuperato dai sommozzatori. E anche nei giorni scorsi in alcune interviste ha ribadito di aver ucciso lui la ragazzina.
Michele Misseri a Sabrina e Cosima: “Vi chiedo perdono”
Dopo la sentenza Misseri ha chiesto scusa alla famiglia: “Perdono, vi chiedo perdono per gli errori che ho fatto” ha detto attraverso il Tg2 che ha mandato in onda la registrazione di una telefonata: “È un errore giudiziario ma secondo me” la vicenda “non è finita. Vedremo…”. “Io sono sereno per me, ma non per le le altre cose: due innocenti sono in carcere“.
La difesa: “Un enorme errore giudiziario”
“Rimaniamo convinti che c’è in colpevole e due innocenti che stanno scontando la pena al suo posto”. Queste le parole a caldo di Roberto Borgogno, legale di Cosima Serrano. “Sono due sventurate – dice il penalista – Non ci arrendiamo. Combatteremo fino alla fine. È una battaglia per la giustizia, perché siamo davanti a un enorme errore giudiziario“. “Sarah ha ricevuto giustizia – dice Claudio Scazzi, fratello di Sarah -. Questa è una sentenza equilibrata – ha detto Claudio Scazzi lasciando la Cassazione insieme al padre – basata sul lavoro durato tanti anni di persone fortemente motivate. Il Paese deve ringraziare coloro che hanno lavorato a questo caso”.
L’avvocato di parte civile: “Concetta troverà pace”
“Oggi si chiude questa dolorosissima pagina giudiziaria. La famiglia ha bisogno di trovare pace” dice l’avvocato Walter Biscotti, legale di parte civile. “Voglio ricordare – prosegue – i 40 giorni in cui una madre disperata ha girato le televisioni per ripetere gli appelli per la figlia scomparsa. Concetta ha avuto un ruolo determinante in questa vicenda”. Biscotti ha quindi ringraziato la procura di Taranto, che ha avuto coraggio nel proseguire sulla sua strada, nonostante le confessioni di Michele Misseri: “Noi siamo convinti, come la procura, che Michele Misseri non ha commesso l’omicidio“. “È una sentenza che pone fine alle polemiche nei confronti della Procura e – commenta il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo – premia il lavoro scrupoloso svolto dai Carabinieri, da tutti gli investigatori e dai pm Buccoliero e Argentino”.