Passa una settimana, e dopo un interrogatorio durato ore, l’uomo confessa l’omicidio della nipote e mostra a chi indaga il luogo dove giace il corpo.

Da quel momento, l’uomo cambia versione più volte fino a quando, a metà ottobre 2010 ammette il coinvolgimento della figlia: di lì si arriva all’ipotesi, poi confermata dalle sentenze di primo e secondo grado davanti alla Corte d’Assise di Taranto, dell’omicidio compiuto da Sabrina e dalla madre Cosima dopo litigi legati a un ragazzo forse conteso tra le due giovani.

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Sarah Scazzi, le tappe della vicenda: dall’omicidio alla sentenza in Cassazione

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