16. Una carrellata infinita di sconfitte, al punto tale che – in neanche tre anni – il renzismo è riuscito a dilapidare quasi tutto.
17. Le bugie come se piovesse, compresa quella mitologica secondo cui “se perdo mi ritiro a vita privata e faccio triathlon”. Né la prima e neanche la seconda, a giudicare dal girovita (e dal giromento).
18. La sistematica sopravvalutazione di un bischeruccio che al bar di Montione avremmo zimbellato senza pietà, ma a cui avete permesso di spolpare per anni il partito (e pazienza) e pure il paese (e questo resta imperdonabile)

Potrei andare avanti a lungo, ma mi fermo qui. Caro Matteo (Richetti), sfottere gli scissionisti per il poco coraggio o per quella loro propensione al politichese prebellico è facile. E ci sta pure. Non pretendere però che tutti gli italiani siano così deficienti da credere che sia solo una questione di “antipatia”. Ed è pietosa pure la tua – e non solo tua – litania del Renzi che “ha imparato la lezione, d’ora in poi sarà diverso”: l’uomo è questo e questo sarà. Lo sai meglio di chiunque altro. Non conosce velocità diversa da questa goffa e sciagurata modalità “bulletto comicamente tronfio”. Non è strano che si parli di scissione: è strano che se ne parli solo adesso, dopo che Renzi e il suo Giglio-Barnum hanno raso al suolo un partito che, almeno in via teorica, doveva essere di centrosinistra. Non certo la versione quasi-giovanilista e iper-caricaturale del berlusconismo 2.0.

P.S. Sai qual è la cosa triste, Matteo (Richetti)? Che tra le alternative a Renzi ci siano ormai quasi tutti. Tranne te. Fa un po’ tristezza, constatare come la tua ambizione nascosta fosse quella di assurgere a “Nardella dotato”. Evidentemente non ti vuoi poi così bene come sembra. Peccato.

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Scissione Pd: la sconfinata lista di disastri renziani, a beneficio di Richetti

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