Secondo le sigle dei trasporti era "indispensabile" che l'azienda facesse marcia indietro sulla decisione unilaterale di applicare dal primo marzo un regolamento aziendale invece del contratto di categoria, se questo non sarà rinnovato. Incrocerà le braccia dalle 14 alle 18 anche il personale delle aziende di gestione aeroportuale e di handling e quello di terra delle compagnie straniere
L’incontro tra Alitalia e i sindacati previsto mercoledì pomeriggio per riprendere la trattativa sul contratto è saltato. Le sigle Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta hanno comunicato che non si sarebbero presentate al tavolo convocato alla luce dell’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e l’ad dell’azienda Cramer Ball. Confermato invece lo sciopero di giovedì 23 febbraio (dalle 14 alle 18): incroceranno le braccia i lavoratori Alitalia, quelli delle aziende di gestione aeroportuale e di handling e il personale di terra delle compagnie aeree straniere.
Che i sindacati non fossero intenzionati a tornare al tavolo era apparso chiaro già nella missiva inviata martedì ad Assaereo, l’associazione di Confindustria cui aderisce Alitalia e per conoscenza ai ministri Calenda, Graziano Delrio (Trasporti) e Giuliano Poletti (Lavoro), in cui le quattro sigle dei trasporti definivano “indispensabile”, prima di riprendere un confronto sul rinnovo del contratto, che si rimuovesse il tema del Regolamento aziendale che la compagnia intende applicare dal primo marzo in assenza di un rinnovo del contratto.
Assaereo ci ha riprovato inviando ai sindacati di categoria una nuova convocazione per discutere le questioni relative al nuovo contratto di lavoro. L’incontro è fissato per dopodomani alle 9. Intanto, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, per il 9 marzo prossimo è previsto un nuovo incontro con il governo. Entro la prima settimana di marzo Alitalia dovrebbe presentare il più volte rinviato nuovo piano industriale.