Dopo essere scampato all’abolizione, grazie alla vittoria del ‘No’ al referendum del 4 dicembre scorso con tanto di tripudio social, il Cnel tenta ora di darsi una nuova veste con una autoriforma: nessun taglio del numero dei consiglieri e delle rappresentanze, ma la proposta di attribuirsi nuove funzioni e competenze. La proposta è contenuta nel disegno di legge che l’Assemblea del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ha approvato il 21 febbraio e che verrà presentato alle Camere. Il Cnel, l’organo di consulenza previsto dall’articolo 99 della Costituzione: dal 1957, anno della sua istituzione, fino ad oggi ha dimostrato di avere più vite dei gatti. In molti hanno tentato di sopprimerlo – ci provò anche Massimo D’Alema ai tempi della Bicamerale – ma è sempre risorto. Gli ultimi a fallire Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, che non sono riusciti ad abolirlo neanche invocando risparmi per 20 milioni di euro.
Salvata la pelle, il Cnel punta a riciclarsi senza rinunciare a nulla. I punti principali della riforma, spiegati in una nota dall’organo di consulenza, vedono la conferma degli attuali 64 consiglieri e di tutte le rappresentanze. Il Presidente è nominato dal Presidente della Repubblica. È definita anche una nuova modalità di nomina “più veloce e più trasparente” dei consiglieri del Cnel da parte del Consiglio dei ministri, “al fine di garantire i criteri del più ampio pluralismo”. È previsto inoltre un rappresentante dell’Anci, dell’Upi e della Conferenza delle Regioni.
Ma il Cnel propone soprattutto che vengano ampliate le sue competenze, magari proprio per scampare dalla definizione di “ente inutile” tanto di moda durante la campagna referendaria. Oltre alla conferma di tutte le attuali attribuzioni, sono previsti pareri obbligatori, ma non vincolanti, per i maggiori atti di finanza pubblica, come il Def, la nota di aggiornamento al Def e la legge di bilancio. Viene anche stabilita la nuova funzione di certificazione del grado di rappresentatività nazionale delle organizzazioni sindacali nel settore privato. È confermata infine la predisposizione, in tema di misurazione del benessere equo e sostenibile (Bes), di un rapporto congiunto Cnel-Istat con cadenza annuale.
Al termine dei lavori, l’Assemblea del Cnel ha approvato un ordine del giorno che fa appello al Governo e al Parlamento affinché affrontino “il gravissimo problema della povertà assoluta” che in Italia riguarda 4 milioni e 600mila persone. “La lotta alla povertà e alla disuguaglianza deve essere la strategia centrale di qualunque politica economica. Non si facciano pagare ai cittadini le conseguenze dell’instabilità politica”, ha sottolineato l’organo di consulenza.