Anche la Germania finisce sotto la lente della Commissione europea per gli “squilibri economici”, come Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia. “Gli ultimi sviluppi economici non lasciano intravedere una correzione” del surplus commerciale tedesco, si legge a pagina 6 della Comunicazione di Bruxelles sul progresso delle riforme strutturali nell’Eurozona e la correzione degli squilibri macroeconomici. “La Commissione – è scritto – seguirà gli sviluppi economici e gli impegni a venire”.
Se l’Italia è tra i sei paesi richiamati per gli “squilibri eccessivi”, insieme a Bulgaria, Francia, Croazia, Portogallo e Cipro, la Germania è quindi tra gli altri sei Stati monitorati dalla Commissione. Se il nostro Paese continua di anno in anno a ricevere giudizi severi per il maxi debito pubblico, anche quella che viene imputata ai tedeschi è una condizione che prosegue praticamente da quando nel 1999 è nata l’Unione monetaria: la Germania continua infatti ad esportare più di quanto importa, accumulando di conseguenza crediti nei confronti dell’Europa e del resto del mondo. E, come scrive la Commissione, le proiezioni fanno pensare che la crescita del suo surplus commerciale non si arresterà nel breve periodo.
Per questo anche Berlino continuerà “a essere oggetto di un monitoraggio specifico modulato in funzione dell’entità e della natura degli squilibri”. Un monitoraggio che prevede un’analisi delle “misure adottate dai singoli Stati attraverso un dialogo intensificato con le autorità nazionali, missioni di esperti e relazioni sui progressi compiuti”. Nella pagella stilata dalla Commissione nel ‘pacchetto d’inverno’ sui tredici paesi sui quali a novembre scorso erano stati avviati esami approfonditi “per accertare l’eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l’entità”, l’unica promossa è la Finlandia.
Multa all’Austria – La Commissione ha anche approvato, su proposta del Consiglio europeo, una multa da quasi 30 milioni di euro all’Austria, per aver truccato le statistiche sui conti pubblici. Bruxelles ha riscontrato una “grave negligenza” da parte del governo del Land di Salisburgo che ha “determinato un’errata rappresentazione dei dati statistici del 2012 e del 2013 relativi al disavanzo e al debito dell’Austria comunicati a Eurostat per il periodo 2008-2012″. L’ammenda, di 29,8 milioni di euro, è stata imposta in base alle regole introdotte dopo lo scandalo dei conti truccati di Atene che portarono allo scoppio della crisi greca. I dati relativi al debito e al disavanzo dell’Austria sono stati corretti nell’aprile 2014 e successivamente pubblicati senza riserve da Eurostat.