Nuovo anno nuove multe. Come l’aumento del pedaggio autostradale a gennaio è la certezza dell’automobilista italiano, le procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea lo sono per i contribuenti. Si tratta di conti salati, 500 milioni di euro per essere precisi, e davanti alla Corte di Giustizia Europea non c’è rimedio: o ci si adegua o si paga. L’Italia detiene il record di procedure di infrazione aperte dal 1955 al 2015 ed è finita ben 642 volte davanti alla Corte di Giustizia Europea staccando notevolmente il secondo paese, la Francia. Benché ci sia stata una sostanziale diminuzione negli ultimi anni, nel 2017 l’Ue ha deciso di aprire 5 nuovi contenziosi per mancato recepimento delle direttive europee portando la quota a 72, senza contare la probabile messa in mora per il debito pubblico superiore al 130%.
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Ue, dalla Pubblica Amministrazione alle fogne: 5 nuove procedure d’infrazione contro l’Italia, la più multata d’Europa
AVANTICapitoli
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1.Ue, dalla Pubblica Amministrazione alle fogne: 5 nuove procedure d’infrazione contro l’Italia, la più multata d’Europa
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2.Il meccanismo
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3.Lo stato dell’arte
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4.Le sentenze per cui stiamo pagando
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5.144 giorni per riscuotere dalla Pa
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6.Fogne che non ci sono e acqua all’arsenico
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7.Polveri killer, rilevazione e rumore
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8.ILVA
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9.Il dilemma delle scorie nucleari
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10.Xylella fastidiosa
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11.Quote latte e prodotti caseari
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12.Sperimentazione animale e tessuti umani
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13.Pesca, ascensori etc.
Ue, dalla Pubblica Amministrazione alle fogne: 5 nuove procedure d’infrazione contro l’Italia, la più multata d’Europa
Dal 1955 al 2015 il nostro Paese è finito 642 volte davanti alla Corte di Giustizia Europea. La mancata applicazione delle direttive di Bruxelles costa ogni anno 500 milioni di euro. Dai rifiuti al debito pubblico, fino all'utilizzo delle buste di plastica, ecco la mappa di ciò che l'Italia dovrebbe fare e invece non fa
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- 18:15 - Ia, Marco Re (Tor Vergata): "Microelettronica fulcro 'creativo' del settore"
Roma, 19 nov. (Adnkronos/Labitalia) - "L'intelligenza artificiale nasce dal punto di vista degli algoritmi negli anni '40, già da molti anni ad esempio il machine learning è stato usato nelle nostre aziende. Il vero fattore di spinta che ha portato al veloce incremento delle applicazione della IA (Intelligenza Artificiale) negli ultimi anni è stata convergenza di due tecnologie, tutte e due dipendenti dalla microelettronica: la trasmissione dei dati a larga banda con la capacita di memorizzazione ingenti quantità di dati e la possibilità di implementare calcoli a bassa energia per operazione. La convergenza di queste due tecnologie ha consentito di implementare gli algoritmi della IA sviluppati dai ricercatori del settore della fisica, dell'ingegneria e della matematica, su hardware dedicati particolarmente efficienti dal punto di vista della velocità di calcolo e della potenza dissipata. Oggi anche nei nostri smartphones la IA viene implementata mediante speciali acceleratori hardware, ossia circuiti integrati dedicati capaci di implementare in maniera molto efficiente gli algoritmi della IA". A dirlo Marco Re, professore di Elettronica digitale Università Tor Vergata, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A, 'Trasformazione digitale, dentro l'AI'.
"Nel futuro - spiega - avremo anche la possibilità di non dover accedere alla rete, al cloud per fare il learning, ma avremo un learning locale. Ma questo sarà il risultato della convergenza di dati trasferiti e di una microelettronica molto spinta. Allora bisogna poi capire bene qual è la situazione della microelettronica mondiale, che è centrale per l'intelligenza artificiale. E quali sono le sue criticità? Il problema è che la microelettronica moderna è estremamente complessa. Noi lavoriamo attualmente su nodi, si chiama nodo l'elemento 3D, il transistor singolo, e si va verso tecnologie più spinte. Questo ha significato che negli ultimi vent'anni la concentrazione del Fab, del cosiddetto firmware Fab, è assolutamente diventata necessaria per poter sfruttare i costi di produzione di oggetti così sofisticati. Quindi noi abbiamo una produzione di cip integrati di ultima generazione fatta sostanzialmente in Sud Corea, in Taiwan".
"Questo - assicura - fa venire in mente un po' di 'problemini', perché Taiwan è ovviamente in una situazione geopolitica molto complessa, la South Korea non sta proprio vicino ad un paese calmo, come si dice, e quindi il problema è che queste forti concentrazioni sono estremamente rischiose, costituiscono un punto critico che può interrompere la catena di produzione di circuiti integrati. E questo è il problema. Ergo, la gran parte dei paesi sta cercando di spostare la produzione in loco. Quindi gli Stati Uniti stanno investendo, con il National Science Chips Act, 280 milioni di dollari per rifare i circuiti integrati negli Stati Uniti, l'Europa sta facendo qualcosa, anche l'Italia sta facendo qualcosa".
C'è il rischio che sia la geopolitica a fermare questa corsa tecnologica che stiamo vivendo? C'è un rischio reale? "Questo secondo me è un rischio reale, ma insieme a questo rischio ci sono ulteriori rischi. Ad esempio, i macchinari per la produzione di circuiti integrati che oggi abbiamo nei nostri iPhone, sono costruiti in un solo paese del mondo che è l'Olanda con Asml".
"In Ucraina - prosegue - vengono prodotti la gran parte dei gas nobili che sono utili nelle industrie sui produttori, come l'Argon. Per fare la futura classe di circuiti integrati dell'intelligenza artificiale, ci vogliono non solo le tecnologie, ma ci vogliono gli uomini per gestire le tecnologie e anche uomini che progettino i nuovi sistemi di intelligenza artificiale".
"Non ci sono più iscritti - ammette - nei corsi di ingegneria elettronica a livello mondiale. C'è un incremento degli iscritti nei corsi di computer science, cioè chi fa il software, ma non ci sono iscritti nei corsi di electrical engineering, che sono quelli che progettano i circuiti integrati, che sono gli acceleratori che ci consentono di fare l'inferenza a basso costo energetico".
- 18:11 - Violenza su donne: protesta opposizione su Valditara, 'Meloni e ministri in aula'
Roma, 19 nov (Adnkronos) - "I ministri competenti vengano in aula a riferire". Lo ha chiesto la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga intervenendo a proposito delle parole del ministro dell'Istruzione Valditara sul femminicidio alla presentazione della Fondazione Cecchettin. "Siamo rimasti basiti nel sentire quelle parole e abbiamo atteso un giorno per sentire parole da parte della presidente del Consiglio di presa di distanza. E invece abbiamo assistito sostanzialmente ad una presa d'atto, di una condivisione di quelle parole gravissime", ha spiegato Braga.
"La presidente venga in aula con i ministri", ha poi detto la deputata di Avs Francesca Ghirra unendosi alla richiesta del Pd. Sulla stessa linea Azione e M5s. La polemica si è infiammata poi per l'intervento del deputato della Lega Mario Sasso: "E' un dato di fatto", ha spiegato il leghista a proposito di quanto detto da Valditara: "Una cultura che è quella propriamente islamica considera le donne come degli esseri inferiori", ha detto tra l'altro Sasso.
"Affermazioni razziste, sulla falsariga di quelle del ministro dell'Istruzione che ha detto cose gravissime ribadite da Sasso", ha detto nel suo intervento il capogruppo di Iv Davide Faraone chiedendo alla presidenza della Camera di valutare un provvedimento per le parole di Sasso.
- 18:11 - Ia, Marco Re (Tor Vergata): "Microelettronica fulcro 'creativo' del settore"
Roma, 19 nov. (Adnkronos/Labitalia) - "L'intelligenza artificiale nasce dal punto di vista degli algoritmi negli anni '40, già da molti anni ad esempio il machine learning è stato usato nelle nostre aziende. Il vero fattore di spinta che ha portato al veloce incremento delle applicazione della IA (Intelligenza Artificiale) negli ultimi anni è stata convergenza di due tecnologie, tutte e due dipendenti dalla microelettronica: la trasmissione dei dati a larga banda con la capacita di memorizzazione ingenti quantità di dati e la possibilità di implementare calcoli a bassa energia per operazione. La convergenza di queste due tecnologie ha consentito di implementare gli algoritmi della IA sviluppati dai ricercatori del settore della fisica, dell'ingegneria e della matematica, su hardware dedicati particolarmente efficienti dal punto di vista della velocità di calcolo e della potenza dissipata. Oggi anche nei nostri smartphones la IA viene implementata mediante speciali acceleratori hardware, ossia circuiti integrati dedicati capaci di implementare in maniera molto efficiente gli algoritmi della IA". A dirlo Marco Re, professore di Elettronica digitale Università Tor Vergata, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A, 'Trasformazione digitale, dentro l'AI'.
"Nel futuro - spiega - avremo anche la possibilità di non dover accedere alla rete, al cloud o al fuoco per fare il learning, ma avremo un learning locale. Ma questo sarà il risultato della convergenza di dati trasferiti e microelettronica molto spinta. Allora bisogna poi capire bene qual è la situazione della microelettronica mondiale, che è centrale per l'intelligenza artificiale. E quali sono le sue criticità? Il problema è che la microelettronica moderna è estremamente complessa. Noi lavoriamo attualmente su nodi, si chiama nodo l'elemento 3D, il transistor singolo, e si va verso tecnologie più spinte. Questo ha significato che negli ultimi vent'anni la concentrazione del Fab, del cosiddetto firmware Fab, è assolutamente diventata necessaria per poter sfruttare i costi di produzione di oggetti così sofisticati. Quindi noi abbiamo della produzione di cibi integrati di ultima generazione fatta sostanzialmente in Sud Corea, in Taiwan".
"Questo - assicura - fa venire in mente un po' di 'problemini', perché Taiwan è ovviamente in una situazione geopolitica molto complessa, la South Korea non sta proprio vicino ad un paese calmo, come si dice, e quindi il problema è che queste forti concentrazioni sono estremamente rischiose, costituiscono un punto critico che può interrompere la catena di produzione di circuiti integrati. E questo è il problema. Ergo, la gran parte dei paesi sta cercando di spostare la produzione in loco. Quindi gli Stati Uniti stanno investendo, con il National Science Chips Act, 280 milioni di dollari per rifare i circuiti integrati negli Stati Uniti, l'Europa sta facendo qualcosa, anche l'Italia sta facendo qualcosa".
"C'è il rischio - si chiede il professore Marco Re - che sia la geopolitica a fermare questa corsa tecnologica che stiamo vivendo? C'è un rischio reale? Questo secondo me è un rischio reale, ma insieme a questo rischio ci sono ulteriori rischi. Questo non è l'unico rischio della criticità della catena di produzione di circuiti conduttori; è molto interessante questo, perché è talmente sofisticata e spinta la tecnologia, che ad esempio i macchinari per la produzione di circuiti integrati che oggi abbiamo nei nostri iPhone, sono costruiti in un solo paese del mondo che è l'Olanda con Asml".
"In Ucraina - prosegue - vengono prodotti la gran parte dei gas nobili che sono utili nelle industrie sui produttori, come l'Argon e altri gas nobili. Per fare la futura classe di circuiti integrati dell'intelligenza, ci vogliono non solo le tecnologie, ma ci vogliono gli uomini per gestire le tecnologie e anche uomini che progettino i nuovi sistemi di intelligenza artificiale".
"Non ci sono più iscritti - ammette - nei corsi di ingegneria elettronica a livello mondiale. C'è un incremento degli iscritti nei corsi di computer science, cioè chi fa il software, non ci sono iscritti nei corsi di electrical engineering, che sono quelli che progettano i circuiti integrati, che sono gli acceleratori che ci consentono di fare l'inferenza a basso costo energetico".
- 18:08 - Bartoli (Lega Filo d'Oro): "60 anni fa pionieri, oggi siamo in 12 Regioni"
Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) - "I 60 anni della Lega del Filo d'Oro rappresentano un evento importante a livello nazionale per la vita e il futuro di persone che vivono la condizione della sordocecità. All’inizio siamo stati dei pionieri, poi con il tempo abbiamo avviato il nostro primo centro nelle Marche e successivamente in altre 11 Regioni italiane. Questo grazie all’impegno e alla passione dei tanti nostri collaboratori, e alla solidarietà di chi ci sostiene. Ora è il momento di promuovere ulteriori iniziative a livello istituzionale. Ci stiamo battendo per rendere determinati servizi alla portata delle famiglie che ne hanno bisogno, perché ci sono sempre più persone di tutte le età che necessitano di aiuto. Se gli italiani ci saranno vicini, nel futuro potremo fare ancora di più".
Lo ha detto Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro, nel corso dell’incontro tenutosi a Roma per la celebrazione dei 60 anni di attività della Fondazione e la presentazione della campagna di sensibilizzazione dal titolo "60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme".
- 18:05 - Persone sordocieche, Annamaria: "Per noi genitori Lega Filo d'Oro una luce nel buio"
Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) - "Purtroppo mio figlio Francesco è nato con la malattia di Norrie, rara patologia genetica" che colpisce in genere solo i maschi ed è caratterizzata da cecità totale bilaterale. "A causa della malattia Francesco è completamente cieco. Perciò ha sviluppato una forma di autismo piuttosto grave che non gli permette di comunicare. L’incontro con la Lega del Filo d’Oro è stato importante: ha insegnato a noi genitori ad avere un canale di comunicazione con Francesco, utilizzando come strumenti di intermediazione alcuni oggetti che ci consentono di capire che cosa desidera. È stato come se si accendesse una luce nel buio. Francesco è riuscito a crescere in una condizione naturale. La Lega del Filo d’Oro ha dato a Francesco la possibilità di essere in contatto con noi genitori e con il mondo". Lo ha detto la signora Anna Maria, mamma di Francesco, ragazzo affetto dalla malattia di Norrie, in occasione dell’evento organizzato oggi a Roma dalla Lega del Filo d’Oro per celebrare i 60 anni di attività dell'Ente e lanciare la nuova campagna di sensibilizzazione "60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme".
- 18:04 - Arbore: "La Lega del Filo d'Oro è la mia seconda famiglia"
Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) - "La Lega del Filo d'oro è la mia seconda famiglia: è dal 1989 che presto loro la mia immagine, anche se il grande lavoro lo fanno i dirigenti della Fondazione, chi ci lavora, gli operatori e le famiglie che vengono ospitate nelle nostre tante sedi. È importante che ciò che ho fatto in passato, nella televisione, nel mondo della musica, serva a questo. Spesso mi accade di essere fermato per strada e di sentirmi dire 'Bravo, lei rappresenta la Lega del Filo d’Oro'. È una soddisfazione, e una cosa che rende importante la mia militanza. Come pure è importante il ruolo di coloro che ci sostengono, e che attraverso la Lega aiutano vivere molte persone che non vedono, non sentono e non parlano". Lo ha detto Renzo Arbore durante l’incontro organizzato - oggi a Roma - dalla Lega del Filo d’Oro per celebrare i 60 anni di attività dell'Ente e lanciare la nuova campagna di sensibilizzazione "60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme".
- 17:32 - La Lega del Filo d'Oro festeggia 60 anni di storia
Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) - E' un filo prezioso quello che unisce le persone sordocieche con il mondo esterno. Un filo che dal 1964, grazie al sostegno di tanti, si è rafforzato nel tempo, delineando un percorso costellato di importanti progetti realizzati, animato dalla passione e soprattutto dal coraggio di vedere e ascoltare oltre ciò che è possibile, per dare voce ai bisogni di chi non vede e non sente, migliorare la loro qualità di vita e promuovere maggiore inclusione all'interno della società. In questi 60 anni di attività al fianco di chi non vede e non sente, la Fondazione Lega del Filo d'Oro Ets ha investito sulla crescita capillare a livello territoriale con l'obiettivo di fornire risposte concrete ai bisogni di utenti e famiglie, fino ad essere oggi presente in 11 regioni italiane con i suoi Centri residenziali, Centri diurni, Servizi e sedi territoriali - riporta una nota - triplicando il numero di utenti seguiti negli ultimi vent'anni e seguendo oggi oltre 1.200 utenti, che hanno beneficiato di uno o più servizi nelle diverse modalità, garantendo loro interventi diagnostici, educativo-riabilitativi e socio-educativi, raggiungendo nel 2023 il numero più alto mai registrato.
E' questo l'impegno dell'ente filantropico, che per celebrare il suo sessantesimo anniversario ha promosso questa mattina un evento speciale al Teatro Abàrico di Roma: un momento emozionante per ripercorrere la storia dell'ente e ringraziare tutti coloro che hanno reso questo traguardo possibile, in particolare i suoi sostenitori, volgendo lo sguardo verso i futuri obiettivi da raggiungere. L'evento è stato l'occasione per presentare in anteprima la nuova campagna '60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme', firmata dall'agenzia Arkage, e ha visto la partecipazione dei testimonial e amici storici Renzo Arbore e Neri Marcorè, con l'intervento del presidente Rossano Bartoli e le testimonianze di uno dei sostenitori che hanno contribuito alla campagna e della mamma di uno dei suoi piccoli protagonisti.
"La Lega del Filo d'Oro si impegna da 60 anni a garantire una migliore qualità della vita alle persone sordocieche e alle loro famiglie, e questo è possibile principalmente grazie ai nostri sostenitori, che scelgono di condividere con noi una missione che va oltre l'assistenza: è un progetto di dignità, inclusione e speranza. A loro va la nostra profonda gratitudine e l'invito a continuare questo cammino al nostro fianco - dichiara Rossano Bartoli, presidente della Lega del filo d'Oro Ets - Per la Lega del Filo d'Oro, ogni traguardo raggiunto non è un punto d'arrivo, ma uno slancio verso il futuro. E' chi sostiene la nostra missione a darci la forza per realizzare nuovi progetti capaci di rispondere ai bisogni complessi dei nostri utenti. Oggi vogliamo dire loro un grazie sincero e riaffermare l'importanza del loro prezioso contributo, affinché nessuno debba affrontare il buio e il silenzio da solo. Ci tengo a ringraziare sentitamente anche tutte le famiglie che ripongono quotidianamente fiducia nel nostro operato, il personale e i volontari dell'ente, e i nostri testimonial storici, Renzo Arbore e Neri Marcorè, che ci sono vicini da tantissimi anni".
A supportare l'impegno della Fondazione i due testimonial storici che negli anni hanno prestato il volto a numerose campagne di raccolta fondi per sensibilizzare gli italiani sulla difficile condizione vissuta dalle persone sordocieche, che affrontano ogni giorno la sfida di andare oltre il buio e il silenzio. "Sessant'anni sono una prova di dedizione e tenacia, ma anche di una visione condivisa da tante persone che, con la loro generosità, hanno permesso alla Lega del Filo d'Oro di diventare una luce per chi non vede e non sente - afferma Renzo Arbore, testimonial della Lega del Filo d'Oro dal 1989 - Per me è un privilegio essere parte di questa famiglia, perché ciò che rende speciale la Lega del Filo d'Oro è la sua capacità di connettere le persone e trasformare i contributi in sogni tangibili. Essere testimone di questa missione mi riempie di orgoglio, e sono sicuro che, con l'aiuto di chi ci sostiene, riusciremo a dare speranza e supporto a chi ogni giorno convive con una disabilità complessa come la sordocecità".
"La Lega del Filo d'Oro mi ha insegnato a guardare e ascoltare oltre, a credere che la solidarietà possa davvero cambiare il destino delle persone. E' una storia fatta di volti, di famiglie, di bambini, giovani e adulti con sordocecità, ma anche di professionisti e sostenitori che, con il loro impegno, hanno trasformato la speranza in realtà. Oggi è questo il messaggio che vogliamo portare avanti - dice Neri Marcorè, testimonial della Lega del Filo d'Oro dal 2014 - Sono onorato di sostenere da 10 anni l'impegno della Fondazione, è un percorso che tocca il cuore e ogni anno rinnova la sua capacità di coinvolgere e di ispirare. La campagna che abbiamo presentato oggi è un messaggio di fiducia e di vicinanza, ma anche una testimonianza di quanto il supporto dei nostri sostenitori sia fondamentale. Spero che sempre più persone decidano di unirsi a noi, perché solo insieme possiamo davvero fare la differenza".
Fondamentale il ruolo dei sostenitori: nel corso del 2023 - si legge nella nota - le donazioni dei sostenitori privati hanno contribuito alla copertura dell'85% delle spese sostenute dall'ente, confermando la netta e crescente prevalenza dei contributi privati rispetto a quelli pubblici. Complessivamente, la raccolta fondi nel 2023 è aumentata del 24% rispetto all'anno precedente. Solo così la 'Lega' riesce a garantire agli utenti un trattamento personalizzato che arriva a dedicare da 1 a 2,4 dipendenti per ogni ospite, in modo da offrire un percorso riabilitativo efficace a seconda del grado di disabilità. Per questa ragione oggi la raccolta fondi ha un ruolo fondamentale per la vita e lo sviluppo della Fondazione. E la nuova campagna dedicata al 60° anniversario della Lega del Filo d'Oro intende ringraziare tutti i suoi sostenitori, senza i quali questo traguardo non sarebbe stato possibile.
La Lega del Filo d'Oro è inoltre impegnata a dare voce alle istanze di chi non vede e non sente, promuovendo il pieno riconoscimento dei loro diritti presso le Istituzioni. In Italia la legge 107/2010 riconosce la sordocecità come una disabilità unica e specifica, ma necessita di essere rivista per una sua piena applicazione. Recentemente è stato approvato un disegno di legge molto importante per tutte le persone sordocieche, che riconosce la sordocecità come disabilità unica, senza discriminazioni tra persone con stesse condizioni sviluppate in età differenti. Questo passo significativo fa guardare al futuro con maggiore speranza e getta le basi per una società più inclusiva e rispettosa. A marzo la Fondazione ha presentato alla Camera dei deputati il Manifesto delle persone sordocieche per chiedere alle istituzioni un maggior impegno affinché ogni persona sordocieca venga riconosciuta e sostenuta, ovunque e sempre, con accesso a cure, interpreti e strumenti che possano davvero fare la differenza nella vita di tutti i giorni.
L'inclusione scolastica - conclude la nota - la mobilità autonoma, la possibilità di lavorare e di abitare in spazi pensati per le esigenze specifiche di chi non vede e non sente non sono solo diritti, ma passi fondamentali verso una società in cui nessuno resti indietro. Creare un mondo più accessibile, anche nei luoghi di sport e cultura, significa abbracciare la diversità e abbattere ogni barriera. La Fondazione crede fermamente che con il sostegno di tutti si possano superare le sfide attuali per creare una società più equa e accessibile.