Secondo l'associazione dei costruttori e manutentori delle reti viarie, lo scorso anno nel nostro Paese si sono consumati 22 milioni di tonnellate di asfalto, contro i 44 del 2006. A rimetterci è lo stato di salute di strade e autostrade, e dunque la sicurezza
La manutenzione stradale è ancora in calo: si esegue solo la metà dei lavori necessari. Un dato confermato nel report annuale sullo stato di salute della nostra rete viaria redatto dalla Siteb, l’associazione dei costruttori e manutentori delle strade. Nel 2016 il consumo di asfalto in Italia è sceso nuovamente al minimo storico: sono stati impiegati appena 22 milioni di tonnellate per costruire e tenere in salute le nostre strade, contro i 23 del 2015 e i 29 del 2010.
“Dopo la crescita registrata nel 2015 (modesta ed essenzialmente trainata da alcuni lavori eccezionali connessi all’Expo a Milano, alla BREBEMI, TEN e Pedemontana, ndr.) grazie alla realizzazione di alcune grandi opere – si legge nella nota ufficiale – i lavori stradali sono nuovamente ‘al palo’, con circa la metà delle necessarie attività di manutenzione non eseguite. Le buche restano un tema confinato nelle campagne elettorali, mentre per riportare in sicurezza il nostro patrimonio stradale occorrerebbe un piano straordinario da almeno 40 miliardi di euro”.
In pratica costruzione e manutenzione delle strade sono ferme, con dati dimezzati rispetto a 10 anni fa: nel 2006 si consumavano 44 milioni di tonnellate di asfalto. Non è garantito nemmeno il livello medio di manutenzione, necessario per tenere in sicurezza le nostre strade (quantificato in 40 mln di tonnellate di asfalto): parliamo di una rete lunga quasi 500.000 Km – di cui 7.000 km circa di autostrade e 25.000 gestiti direttamente dall’ANAS – il cui valore complessivo è stimato in 5.000 miliardi di euro.
Inoltre a causa del mancato rifacimento periodico dei superficiali “tappetini d’usura”, oggi in diverse parti del Paese sono presenti spaccature e infiltrazioni d’acqua del manto stradale che hanno compromesso molte arterie sin dalle fondazioni, “rendendo necessari costosi lavori straordinari in profondità, non sostituibili da cosiddette ‘operazioni tappa buche’, destinate a durare solo poche ore”.
“Investiamo in manutenzione quanto 30 anni fa, ma su una rete molto più estesa e trafficata in condizioni già critiche da anni”, evidenzia il Presidente SITEB, Michele Turrini. “Stimiamo che, a causa dei mancati investimenti negli ultimi 8 anni in manutenzione stradale per circa 10 miliardi di euro, per riportare la rete ai valori qualitativi standard del 2006, occorrerebbero almeno 40 miliardi di euro”.
“Le imprese del settore rimaste sul mercato e che lavorano per gli enti pubblici sono tuttora in forte sofferenza anche per i mancati pagamenti”, spiega Turrini. “E’ ora che le strade e la loro adeguata manutenzione entrino di diritto nell’agenda delle Istituzioni locali e nazionali, non solo durante le campagne elettorali e non solo per porre ‘toppe’ momentanee alle troppe buche sempre più diffuse nelle nostre città”.