Con l’Atto n.378, approvato dal Governo il 14 gennaio 2017, “è stato stravolto quello che per decenni era il fiore all’occhiello del nostro Paese: la Legge 104/92 (sull’assistenza delle persone con disabilità) e la ratifica del parlamento italiano della Convenzione Onu per i diritti dei disabili” avvenuta il 24 febbraio 2009. Secondo Claudia Cecchini, mamma di tre bambini di cui uno con grave disabilità, cambierà radicalmente la funzione dell’Asl che verrà coinvolta solo nelle fasi iniziali di certificazione e redazione della cosiddetta Valutazione diagnostico-funzionale, con la scomparsa definitiva della Diagnosi Funzionale e del Profilo dinamico funzionale (Pdf). I professionisti dell’Asl che i genitori hanno scelto per far seguire il proprio figlio disabile, e che conoscono il soggetto debole in tutte le sue tappe evolutive, sia fisiche che cognitive, avranno compiti molto vaghi, senza obblighi specifici nel processo di inclusione. Nella normativa in vigore entrambi i documenti di programmazione individualizzata, il Pdf e il Piano educativo individuale (Pei) devono essere redatti “congiuntamente” dalla scuola e dall’equipe psicopedagogica, con la collaborazione dei genitori, ma “tutto questo non ci sarà più, provocando un enorme danno per gli alunni disabili”.
“Estromettendo la famiglia, e gli insegnanti che seguono l’alunno, è come se si fossero dimenticati – denuncia Cecchini – che chi ha un deficit cognitivo-motorio ha bisogno che ogni sua piccola vittoria, ogni sfumatura che fa presagire l’ottenimento del risultato, dev’essere supportato e potenziato da tutti. Ognuno per la sua disponibilità: dalla famiglia per le attività sociali ed educative, dalla scuola per gli apprendimenti nelle diverse materie, fino ai terapisti. Purtroppo, però, ai nostri legislatori tutto questo non interessa”.