Il gip di Santa Maria Capua Vetere fa cadere definitivamente l'accusa di corruzione elettorale, l'ultima rimasta dopo che a Napoli era toccata la stessa sorte a quella di concorso esterno alla camorra. Il caso aveva innescato gli attacchi di Salvini e 5 Stelle, mentre Renzi era intervenuto a difesa dell'esponente dem. Che ora dice: "I media riflettano sull'impatto di queste vicende sulla reputazione delle persone"
Si chiude definitivamente la vicenda giudiziaria del consigliere regionale Pd della Campania Stefano Graziano. Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Ivana Salvatore ha emesso decreto di archiviazione per il reato di corruzione elettorale a carico del politico, ex presidente regionale del partito di Matteo Renzi.
Graziano era stato indagato per concorso esterno in associazione camorristica nell’aprile del 2016, alla vigilia delle amministrative, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli che aveva portato all’arresto per presunte tangenti dell’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro; la vicenda fece molto scalpore, Graziano fu criticato aspramente da numerosi avversari politici, dal leghista Matteo Salvini a esponenti dei 5 Stelle, mentre a sostenerlo intervenne l’allora premier Renzi. A settembre, la Procura Antimafia chiese e ottenne dal Gip di Napoli l’archiviazione per la grave accusa. Le carte delle indagini sono state poi passate alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere perché accertasse la sussistenza del reato di corruzione elettorale semplice; anche in questo caso però, l’ufficio inquirente – sostituto Carlo Fucci – ha chiesto e ottenuto l’archiviazione.
“È la fine di un incubo – dice oggi Graziano – e di una vicenda che ho affrontato con dolore, ma con la convinzione che la giustizia mi avrebbe dato ragione, come è accaduto. Voglio esprimere la mia gratitudine ai magistrati – continua – per la celerità con cui è intervenuto il provvedimento definitivo che esclude in maniera netta il mio coinvolgimento nella vicenda oggetto di indagine”. E ancora, la speranza che la vicenda diventi “elemento di riflessione per i media, affinché possano valutare con attenzione l’impatto che fatti del genere possono avere sulla reputazione di chi viene coinvolto, soprattutto se, come me, risulta assolutamente innocente”.