Il piccolo comune alle porte di Malpensa autorizza la presentazione il testo apologetico sul dittatore fascista. Partigiani e opposizioni insorgono ma il primo cittadino Christian Garavaglia e la giunta, non nuovi a certe simpatie, tirano dritto
I “fascisti del nuovo millennio”, come amano definirsi i militanti di Casapound, sbarcano in municipio. E lo fanno con la “benedizione” della giunta Forza Italia-Lega Nord, che offre all’estrema destra la sala del consiglio comunale per presentare un libro dal titolo inequivocabile: “Con Mussolini, prima e dopo piazzale Loreto”. Il testo apologetico sulle gesta del duce, edito da Settimo Sigillo, è stato scritto da Gabriele Leccisi, avvocato e militante, che nel dicembre 2015 fu condannato a 40 giorni di carcere, con pena sospesa, per essersi esibito nel saluto romano durante la Commissione Sicurezza a palazzo Marino. Una passione per il fascismo che viene da lontano. Il padre di Gabriele, Domenico Leccisi, fu un politico noto alle cronache: nel 1946 trafugò la salma di Benito Mussolini dal cimitero Musocco, a Milano, per restituirla alla famiglia.
Intanto scoppia la bagarre, con una durissima presa di posizione dell’Anpi milanese, che per bocca del suo presidente, Roberto Cenati, parla di “gravissima provocazione orchestrata da Casapound in accordo con l’amministrazione comunale”. Da ciò una richiesta perentoria: “Revocare immediatamente l’utilizzo della sala consiliare”. E un appello alla magistratura, “affinché i promotori di questa iniziativa siano perseguiti per apologia del fascismo. A 72 anni dalla Liberazione è inaccettabile che si consenta a organizzazioni che si contrappongono ai principi della Repubblica nata dalla Resistenza di fare apologia del fascismo nelle sedi istituzionali”. Il sindaco respinge ogni istanza al mittente e sui social network risponde con sarcasmo agli oppositori di sinistra: “La prossima volta, nel vostro programma, proponete che le sale pubbliche possono essere affittate solo dopo il parere dell’Anpi”. Seguono applausi dei nostalgici e qualcuno, al solito, ne approfitta per dare il peggio di sé, postando l’immagine di un Mussolini redivivo che arringa la folla: “Partigiani mi fate pena, dopo 70 anni il popolo mi acclama”.
Nel paesino dell’hinterland milanese le manifestazioni di simpatia verso il fascismo non sono un novità. L’anno scorso fu cancellata piazza primo Maggio e nel 2014 fu persino intitolata una strada al gerarca Ezio Maria Gray, antisemita e aderente alla repubblica di Salò. Per non parlare dell’attuale vicesindaco leghista, Maria Colombo, che si vantò dell’educazione impartita al proprio figlioletto di pochi anni: “Sentirlo che canticchia ‘faccetta nera’ non ha prezzo”. Curioso infine l’atteggiamento del sindaco, oggi strenuo difensore delle altrui libertà e opinioni, che qualche mese fa scomodò addirittura il prefetto di Milano, chiedendogli “un intervento urgente” contro un giornale che aveva osato criticarlo.