L'associazione "utilizzerà il risarcimento riconosciuto per realizzare iniziative che, unite alla propria costante attività di studio, denuncia e proposta ambientalista, contribuiscano al consolidamento di una cultura ambientalista"
Legambiente Puglia, parte civile nel processo “Cokerie“, che aveva visto le condanne dell’ex presidente dell’Ilva Emilio Riva, morto nel 2014, e dell’ex direttore dello stabilimento siderurgico Luigi Capogrosso, otterrà un risarcimento danni. Lo ha stabilito il Giudice unico del Tribunale di Taranto, Antonio Pensato, nel corso del giudizio civile intentato dall’associazione ambientalista in seguito alle condanne di Riva e Capogrosso. Il danno non patrimoniale è stato liquidato in sentenza nella somma di 30mila euro.
In una nota si legge che “Legambiente utilizzerà il risarcimento riconosciuto per realizzare iniziative che, unite alla propria costante attività di studio, denuncia e proposta ambientalista, contribuiscano al consolidamento di una cultura ambientalista, capace di premiare lo studio e l’approfondimento delle tematiche ambientali”. L’avvocato Massimo Moretti e il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, specificano che questo avverrà “attraverso l’istituzione di borse di studio pluriennali per progetti di ricerca con l’università, o attraverso la promozione e il finanziamento di progetti e convegni di carattere nazionale e internazionale nei settori delle bonifiche, delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile“.
Per loro la sentenza “rappresenta un importante risultato su scala nazionale per il mondo ambientalista in materia di risarcimento in favore delle persone giuridiche, perché indica chiaramente i requisiti necessari per poter ritenere provato, anche in sede civile, il danno subito dall’associazione costituitasi parte civile in seguito ai reati commessi che hanno inciso sull’ambiente”.