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Israele: “Human rights watch fa propaganda”. Niente visto al capo dello staff

La ong, che si dichiara "sconvolta" dalla decisione, mesi fa ha redatto numerosi rapporti critici nei confronti dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Il ministro degli Esteri di Tel Aviv: "Perché concedere permessi di viaggiare a persone il cui solo scopo e di denigrarci e attaccarci?"

“L’ong non è una vera organizzazione umanitaria e fa propaganda palestinese“. Con queste parole il governo israeliano ha negato il visto di lavoro al direttore di Human Rights Watch (Hrw) per Israele e Palestina Omar Shakir e ha specificato che al personale straniero dell’organizzazione non saranno più concessi permessi per entrare nel Paese. Al centro l’attività di Hrw, che Tel Aviv considera “di parte”, “ostile”. In sostanza, “non una vera organizzazione umanitaria” anche perché “fa propaganda palestinese”. “Siamo stanchi di porgere l’altra guancia – ha spiegato ai media il portavoce del ministero degli esteri israeliano Emmanuel Nachshon – L’organizzazione – ha aggiunto – opera in maniera evidente ed inequivocabile contro lo Stato d’Israele, in un modo totalmente sbilanciato”.

La ong, che si dichiara “sconvolta” dalla decisione, mesi fa ha redatto numerosi rapporti critici nei confronti dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi,  aveva chiesto un visto per il nuovo direttore dell’ufficio responsabile per Israele ed i territori Omar Shakir, cittadino americano. La risposta è arrivata il 20 febbraio scorso, quando è stato annunciato che la richiesta era stata respinta con la motivazione, riferisce Hrw, che la ong “non è veramente un’organizzazione per la difesa dei diritti umani”.

Secondo il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Emmanuel Nahshon, Human Rights Watch “ha costantemente dimostrato di essere un’organizzazione di parte ed anti-israeliana, con un ordine del giorno ostile”. “Perché – ha accusato – dovremmo accordare permessi di viaggiare a persone il cui solo scopo e di denigrarci e attaccarci?”. Il portavoce ha precisato che comunque il personale palestinese e israeliano della ong può continuare a lavorare. Le autorità israeliane, ha denunciato dal canto suo Shakir, “non sono capaci di fare una distinzione tra una critica sincera e la propaganda“.