A gennaio è emerso che li utilizza anche lo Spi Cgil, e le polemiche non sono mancate. Ora il sindacato guidato da Susanna Camusso, promotore del referendum per l’abolizione dei famigerati voucher lavoro da 10 euro, rilancia diffondendo la lista delle 15 aziende che nel 2016 hanno fatto maggior ricorso ai buoni da 10 euro per pagare i lavoratori. L’elenco, pubblicato dal Manifesto, vede in testa Best Union company, specializzata in biglietteria e organizzazione di eventi, che ha retribuito 4.356 persone con voucher del valore di 3,1 milioni complessivi, la catena di gioiellerie Stroili con 1.840 prestatori e voucher per 2,9 milioni e la catena di vendita di videogame Game Stop che ha usato 2.398.410 euro di voucher per 1.370 prestatori. Seguono Teddy (abbigliamento), Winch srl (hostess e steward per eventi), Chef Express, Cigierre (a cui fanno capo i ristoranti etnici Old Wild West e Wiener Haus), Sisal, Juventus Fc, Mc Donald’s, Manpower group solutions, Camporosso srl, Dip Diffusione Italiana preziosi (proprietaria di Bluespirit Gioielli) e Adecco.
L’intento della Cgil nel diffondere la lista, spiega il quotidiano, è di dimostrare che “una parte rilevante del lavoro prestato con i voucher fa capo a grosse aziende, dove è altamente probabile che si stia operando una vera e propria sostituzione non solo del lavoro stabile ma anche di quello flessibile“. Venerdì la Camusso ha parlato del referendum attaccando il governo che, ha detto, “si sta comportando in modo molto confuso e molto poco trasparente. Se avesse l’intenzione di costruire un’ipotesi per superare il referendum, premesso che dev’essere un disegno di legge approvato dal parlamento, dica espressamente quello che vuole fare. Comunque – ha proseguito – deve andare incontro ai quesiti referendari che sono molto espliciti”.
In caso contrario “chiediamo al Governo di decidere finalmente una data per i referendum”. “Pensiamo che sia utile per il Paese unificare questa data a quella delle elezioni amministrative“, ha aggiunto. “Noi siamo pronti a farlo. Quello che non può essere è che si rinvii la decisione”, ha precisato Camusso. All’obiezione che i referendum non sono mai stati abbinati ad elezioni, la leader della Cgil ha risposto che “non è vero, ci sono state delle eccezioni, il nostro Paese ha fatto, negli anni, tante cose diverse, determinate il più delle volte da volontà politiche, mentre bisogna pensare anche ai cittadini, non raddoppiando la spesa, ad esempio, o non interrompendo l’anno scolastico”.