“#BastaUnSì”: Alessandro Di Battista ricicla in chiave ironica il noto slogan referendario per invitare Matteo Renzi e il Partito democratico a votare la proposta che verrà presentata lunedì dal Movimento cinque stelle: “Una riforma del trattamento pensionistico dei parlamentari per renderlo tale e quale a tutti i ‘comuni mortali'”. Il tema dei vitalizi è tornato ad animare il dibattito politico, anche grazie al libro ‘Orgoglio e vitalizio‘ (Paper First) di Primo Di Nicola, Antonio Pitoni e Giorgio Velardi e alla petizione ‘Vitalizi, poniamo fine al privilegio‘ lanciata dal FattoQuotidiano che ha raccolto già più di 210mila firme. A Di Battista ha replicato su Twitter il deputato dem Matteo Richetti: “In attesa della tua proposta, che ne dici di votare la mia?”
“C’è chi non vuole votare perché aspetta il 15 settembre per maturare l’ennesimo privilegio: una grande pensione anticipata”, comincia così il post su Facebook del deputato M5s, che poi aggiunge: “Caro Renzi, tra una ‘corsetta’ vista Alcatraz e una goccia di sudore freddo per l’inchiesta Consip, dai uno sguardo alla nostra proposta e poi dì a quel che resta del tuo partito di votarla. Bastano due giorni di lavoro anzi, #BastaUnSì”. I deputati Pd rispondono a Di Battista, ricordando la proposta di legge di Richetti, che andrebbe a equiparare il trattamento dei parlamentari con gli altri lavoratori dipendenti. “Perché in 19 mesi non avete sottoscritto questa proposta sui vitalizi?”, chiede Simona Malpezzi.
@ale_dibattista visto che @matteorenzi non è in parlamento ti rispondo io su vitalizi: in attesa tua proposta che ne dici di votare la mia?
— Matteo Richetti (@MatteoRichetti) 26 febbraio 2017
Almeno a parole, tutta la politica sembrerebbe pronta ad aderire alla petizione del FattoQuotidiano e abolire il privilegio. A M5s e Pd si aggiunge il centrodestra con Mariastella Gelmini. La deputata di Forza Italia dice di aver “già sottoscritto la proposta di Richetti”. “Serve un provvedimento organico – dichiara a Domenica Live su Canale 5 – esistono dei privilegi che non sono ammissibili in una situazione come questa”. “Se c’è la volontà, in sei o otto mesi chiudiamo la partita. Per una legge fatta bene e costruita bene per evitare ricorsi ci vogliono dei mesi. La faremo”, afferma la senatrice Pd Laura Puppato a L’Arena su Rai1.