Jurgen Kantner era stato rapito a novembre mentre era in viaggio con la compagna, uccisa durante l’attacco. I terroristi di Abu Sayyaf, responsabili di numerosi attentati e sequestri, avevano chiesto un riscatto di circa 570 mila euro
E’ stato decapitato nelle Filippine l’ostaggio tedesco Jurgen Kantner, skipper di 70 anni rapito a novembre dal gruppo islamico Abu Sayyaf mentre era in viaggio insieme alla sua compagna Sabine Merz, 59 anni, uccisa dai terroristi durante l’attacco alla loro barca a vela. Lo scrive il Site, sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, che riporta di aver trovato online il video dell’esecuzione. Il governo filippino ha confermato la notizia.
Abu Sayyaf, gruppo affiliato all’Isis, aveva minacciato di ucciderlo se non fossero arrivati 30 milioni di pesos locali, circa 570 mila euro, entro le 8 di domenica. Kantner era tenuto prigioniero a Jolo, roccaforte dei terroristi nel sudest del paese. Il video mostra l’ostaggio tedesco seduto a terra, un uomo mascherato si avvicina a lui con un coltello curvo e lo uccide.
Creato nel 1991 da veterani della guerra in Afghanistan contro l’Unione sovietica, Abu Sayyaf è responsabile di numerosi attentati e sequestri, attraverso i quali si finanzia. Dopo aver giurato fedeltà allo Stato islamico, nell’ultimo anno il gruppo ha intensificato la sua attività con il sequestro di decine di persone nelle acque a sudovest delle Filippine e nel nordest della Malesia. Fra aprile e giugno del 2016 Abu Sayyaf ha decapitato i canadesi John Ridsdel e Robert Hall, dopo che erano saltati i negoziati per la loro liberazione. Attualmente, secondo le autorità del Paese, il gruppo ha in mano 20 ostaggi: sette malesi, sei vietnamiti, quattro filippini, due indonesiani e un olandese.
“Siamo addolorati e condanniamo la barbara decapitazione di un’altra vittima di rapimenti”, ha detto il rappresentante governativo filippino Jesus Dureza, in un comunicato pubblicato su Facebook. “Fino all’ultimo momento, in molti tra cui le forze armate filippine hanno tentato tutto il possibile per salvargli la vita. Abbiamo tutti fatti del nostro meglio, ma invano”, si conclude il post. Già nel giugno 2008, la coppia tedesca era stata rapita da pirati somali armati ed era stata liberata due mesi dopo, in seguito al pagamento di un riscatto da 600 mila dollari.