Società

“Il mio lavoro in Italia mi piaceva, ma mi sentivo in gabbia. Così mi sono licenziata e ho aperto un resort in Sri Lanka”

Caterina Barcheri, 50 anni, si è innamorata dello Sri Lanka durante un viaggio. E ha deciso di aprire una struttura che è diventato un centro ayurvedico. "La costruzione del complesso è durata quattro anni, perché volevo seguire personalmente i lavori. In Italia facevo l'infermiera, ma dovevo sottostare a regole che non condividevo"

A volte la vita porta a incontri e luoghi inaspettati che, però, possono cambiare una vita. Quando Caterina Barcheri, che oggi ha 50 anni, entrò nell’agenzia di viaggio di Piove di Sacco (Padova) per prenotare un viaggio in Giamaica con un’amica, non pensava allo Sri Lanka. Eppure, visti i costi proibitivi del paese caraibico, scelse di andarci. Era il 1995. E Caterina non pensava allo Sri Lanka come meta di vita nemmeno quando, nello stesso anno, si imbarcò sull’aereo e conobbe un ragazzo cingalese che da anni viveva a Milano e che per caso ritrovò anche al viaggio di ritorno.

Dopo lo scambio dei numeri e qualche telefonata iniziano a parlare della possibilità di aprire un resort in quel paradiso terrestre. Le difficoltà sembravano tante: “Quello che più mi spaventava era la mentalità. E non sarebbe stato semplice ricominciare in Sri Lanka. Ero infermiera e come lavoro mi piaceva anche, ma parliamoci chiaro, lì era un paradiso”. Un’idea allettante insomma, ma si trattava di lasciare sicurezze e lavoro per un’incognita. Così Caterina decide di fare le cose in modo oculato e con calma: “Nel 1996 ho fatto il secondo viaggio per andare a comprare il terreno, dove dall’anno dopo abbiamo iniziato la costruzione del resort”.

“Sapevo che ricominciare da zero in Sri Lanka non sarebbe stato semplice. Ma lì era un paradiso”

La cultura del posto era molto diversa da quella italiana. “Da questo derivavano grandi difficoltà. La lentezza di realizzazione, l’inadeguatezza professionale, il materiale non disponibile e per ultimo, ovviamente, la lingua. Non mi sono arresa, anzi è stato un grande confronto tra il mio modo di pensare e il loro”. Così dal 1996 al 2000, anno di apertura del resort, Caterina dedica tutti i giorni di ferie alla costruzione di quelle che ora sono le 8 camere della struttura, sala da pranzo e cucina: “Il progetto su carta è stato fatto da un architetto italiano, ma i lavori sul posto li ho seguiti tutti io personalmente. Per questo ci abbiamo impiegato 4 anni”.

In quel periodo Caterina faceva l’infermiera in una clinica pediatrica a Padova: “Nei primi tempi ho controllato il resort da lontano appoggiandomi ai locali”. Allora il turismo era di nicchia, e la situazione politica rendeva tutto molto complicato. A nord c’era ancora la guerra civile tra il governo e le tigri del Tamil – organizzazione terroristica in lotta con lo Stato centrale – e per questo il paese era fuori dalle rotte di massa. “Vista la situazione politica, fino al 2009 ho continuato a lavorare, perché il resort rendeva poco dal punto di vista economico. Era solo un’entrata extra”.

“Il 21 settembre del 2010 mi sono licenziata. L’appoggio psicologico dei miei mi ha spinto a fare il salto nel buio”

Con la fine della guerra e la crescita del turismo però le cose cambiano: “Non ho deciso di spostarmi definitivamente solo per questo motivo, ma sicuramente ha aiutato. Nella sanità il lavoro era diventato sempre più pressante, sono stati periodi di grandi cambiamenti e mi sentivo in una gabbia. Non potevo essere libera quando volevo e dovevo sottostare a delle regole che non condividevo”. Quindi con il supporto della famiglia arriva la decisione più drastica: “Il 21 settembre del 2010 mi sono licenziata. Non mi sono mai sposata e non ho figli, quindi l’appoggio psicologico dei miei mi ha spinto a fare il salto nel buio. I miei genitori e i miei fratelli sono stati come un trampolino di lancio per me, per poter partire e dare inizio a una fase della mia vita”.

E così Caterina dal novembre del 2010 si trova nello Sri Lanka, senza più vincoli: “Ero finalmente libera, e avevo il tempo per poter capire come iniziare una nuova vita e un nuovo lavoro. Essendo un’amante delle cure naturali, ho pensato di dare una diversa luce al resort, cioè trasformandolo in un centro ayurvedico”. Le manca qualcosa dell’Italia? “Non mi viene in mente niente”, dice. E non perché sia esterofila. “Torno a casa tre o quattro volte all’anno e a volte mi trattengo anche due mesi, a seconda degli impegni. Mi adatto molto facilmente a un nuovo ambiente. Ecco perché quando sono in Sri Lanka mi godo le cose belle che mi offre il paese, e faccio lo stesso quando rientro in Italia”.