Per
Virginia Raggi l’accordo sullo
stadio della Roma a
Tor di Valle è stato siglato nel rispetto della legge, senza le contestate
torri e con un
taglio del 50% delle cubature rispetto al
progetto iniziale, approvato ai tempi dell’
amministrazione Marino. Lo stesso ex sindaco ha però attaccato Raggi:
“Ha fatto un favore ai costruttori, sono stati tagliati 250 milioni di investimenti in opere pubbliche“ ha detto Ignazio Marino. Eppure, secondo alcuni comitati locali, l’associazione
Italia Nostra e il deputato di Sinistra Italiana
Stefano Fassina, consigliere capitolino di Sinistra X Roma, entrambi i progetti – quello originario e quello attuale – non risolvono i problemi più gravi, dai rischi ambientali a quelli legati alla
mobilità: “Marino ha poco da criticare Raggi. Il progetto dello stadio è sbagliato fin dall’inizio. Sbagliata è la localizzazione. Vero che si affronta il rischio idrogeologico a Decima, ma tutto viene compensato da cubature. C’è una riduzione di infrastrutture: l’
assenza della bretella Roma Fiumicino, del ponte, del prolungamento della metro, vuol dire che ci saranno riflessi sulla
mobilità“, ha attaccato Fassina. “Nel vecchio progetto c’erano opere che rendevano più semplice l’accesso allo stadio, ma non opere utili per i cittadini. Ora diminuisce la cubatura, ma diminuisce pure il compenso per le opere pubbliche”, ha chiarito
Deo Peppicelli, del Comitato “
Salviamo Tor di Valle dal cemento“. E anche l’associazione
Italia Nostra è dir poco scettica sul progetto, al di là dei tagli sulle cubature sbandierati da Raggi e dal Movimento 5 Stelle: “Siamo contenti che non ci siano i grattacieli, ma l’accordo complessivo non ci convince. La massa dei tifosi non è sostenibile in quel luogo, non basta il taglio delle cubature ottenuto dalla Raggi”.