La Dda ha chiesto per Giovanni e Antonio Cosentino, rispettivamente 16 anni e sei mesi e 11 anni. Per l’ex prefetto di Caserta e ex deputato del Pdl Maria Elena Stasi, è stata avanzata una richiesta di quattro anni di carcere. "I Cosentino vanno messi in ginocchio e va confiscata la loro società" ha detto il pm D’Alessio ai giudici
I guai giudiziari di Nicola Cosentino non finiscono mai. I pm della Dda di Napoli Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio hanno chiesto 12 anni di carcere per l’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino – arrestato nell’aprile del 2014 – al termine della requisitoria del processo cosiddetto “carburanti”, in corso a Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Tra i reati contestati, tutti con l’aggravante mafiosa, l’estorsione e l’illecita concorrenza. Pene alte sono state richieste anche per i fratelli dell’ex coordinatore campano del Pdl (che il 17 novembre scorso era stato condannato a nove anni per concorso esterno), Giovanni e Antonio: 16 anni e sei mesi per il primo, 11 anni, invece, per il secondo; per l’ex prefetto di Caserta ed ex deputato del Pdl Maria Elena Stasi, è stata avanzata una richiesta di quattro anni di carcere. “I Cosentino vanno messi in ginocchio e va confiscata la loro società (l’Aversana Petroli, ndr)” ha detto D’Alessio.
Sempre oggi l’avvocato l’avvocato Agostino De Caro, legale di Cosentino, ha chiesto che il suo assistito venga assolto nell’ambito di un altro processo in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e denominato “Il Principe e la Scheda Ballerina” in cui l’ex sottosegretario all’Economia del Pdl è imputato per corruzione e reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa in relazione alla costruzione di un centro commerciale (Il Principe) voluto, secondo gli inquirenti, dal clan dei Casalesi, ma mai realizzato. Per l’accusa, che lo scorso dicembre ha chiesto 9 anni –
Cosentino si sarebbe speso per far ottenere alla società che doveva edificare il centro, la Vian srl di Nicola Di Caterino (imputato nel processo), un finanziamento di 5 milioni di euro dell’Unicredit; a tale scopo, sostengono gli inquirenti, Cosentino si sarebbe recato a Roma, presso la filiale di via Bari, il 7 febbraio 2007, insieme allo stesso Di Caterino, all’allora esponente di Forza Italia Mario Santocchio, al deputato Luigi Cesaro, per avallare la richiesta di erogazione dei fondi. Il prestito fu inizialmente erogato ma poi fu bloccato per mancanza di garanzie. Cosentino un anno fa è stato condannato in primo grado a 4 anni per corruzione. Per l’accusa l’ex sottosegretario aveva procurato favori e denaro a un secondino del carcere dove era detenuto, per ricevere beni e visite non consentite.