Il deputato dem ha inviato agli uffici di Camera e Senato di 'Articolo 1 - Movimento democratico e progressista' una lettera di diffida dall'utilizzo del nome. Una battaglia che sta portando avanti da giorni, sostenendo di essere vittima di un plagio. Scotto replica: "Ciaone"
Aveva promesso di prendere la questione sul serio e così è stato. Anzi, sembra proprio che il deputato dem Ernesto Carbone abbia dedicato tutta la sua ultima settimana a questa importante causa politica: la battaglia, a suon di minacce di azioni legali contro i suoi ex compagni di partito, colpevoli di aver lasciato il Pd ma soprattutto di aver scelto per la loro nuova formazione politica un nome, “Articolo 1 – Movimento democratico e progressista“, che proprio non gli va giù. “Mi hanno copiato, quel nome non si tocca”, aveva denunciato qualche giorno fa l’uomo che salutò con un “ciaone” gli avversari dopo il fallimento del referendum sulle trivellazioni. Poiché tra i fuoriusciti dal Pd e da Sinistra italiana nessuno aveva considerato la minaccia di carte bollate, il deputato calabrese ha fatto recapitare loro una lettera, firmata anche dal suo collega Ferdinando Aiello e dal consigliere regionale della Calabria Giuseppe Giudiceandrea, in cui invita “a modificare la denominazione del gruppo”, riservandosi di ricorrere in ogni sede alle autorità giudiziarie.
La sua tesi è che il nome “Democratici e progressisti” fu già usato per una lista presentata alle elezioni regionali della Calabria, nel novembre 2014, a sostegno dell’allora candidato alla presidenza Mario Oliverio. È stato regolarmente depositato alla Camera nel 2014, con tanto di simbolo, dai tre esponenti del Pd che ora valutano azioni legali per difendere la paternità. A meno di una settimana dalla sua nascita, gli scissionisti non vogliono credere che il primo problema della loro creatura politica sia proprio il nome che, con tanta fatica, hanno scelto. E così la prima replica a Carbone arriva da Arturo Scotto. Intervenuto al programma di Rai Radio1 ‘Un Giorno da Pecora’, il deputato del neo movimento e leader dei fuoriusciti da Sinistra italiana liquida la questione con un semplice “ciaone“.
A prendersi l’onere di rispondere esaustivamente ci ha pensato poi Danilo Leva, che si è visto recapitare la lettera di diffida all’ufficio di presidenza alla Camera: “Siamo nati per occuparci dei problemi del Paese, non di Ernesto Carbone. La diffida all’uso di un nome completamente diverso da quello oggetto del presunto plagio e di un simbolo che neppure c’è ancora fa sorridere. Se poi hanno tutta questa voglia di andare in tribunale, ci troveranno preparati”. In effetti, senza voler entrare nel merito di questa “importante” questione, è un dato di fatto che “Democratici e progressisti” è solo un’abbreviazione (necessaria) dei giornali, ma il nome intero del nuovo soggetto politico è “Articolo 1 – Movimento democratico e progressista”, tanto che ormai sempre più spesso è stato ricondotto alla sigla “Mdp“.
In tutto ciò, va ricordato che Carbone ha trovato un insospettabile alleato in Alessandro La Cava, presidente di “Art.1”, partito politico presente nel consiglio comunale di Lipari e associazione attiva su tutto il territorio della provincia di Messina. Anche La Cava, pur di tutelare la paternità di questo nome, si dice pronto a presentare “ricorso in ogni sede nei confronti degli scissionisti del Pd che hanno chiamato il nuovo loro soggetto politico come il nostro”.