ROSSO ISTANBUL di Ferzan Ozpetek. Con Halit Ergenç, Tuba Büyüküstün, Nejat Isler. Durata: 115’. Italia/Turchia, 2017. Voto 3/5 (DT)
Maggio 2016. L’editor Orhan Sahin torna ad Istanbul dopo 20 anni di allontanamento volontario. Proprio sulle rive del Bosforo, ospitato nelle stanze di un’antica magione, dovrà aiutare il regista Deniz a concludere il suo libro autobiografico. Una volta che Orhan ha incontrato quelli che saranno i protagonisti del libro da scrivere, ovvero la madre di Deniz, suo fratello, le zie, l’affascinante amica Neval, e l’amante Yusuf, il regista scompare nel nulla. Ecco allora che Rosso Istanbul inizia da qui. Nel momento in cui diventa Orhan il protagonista di ricordi e sentimenti di un passato che chiede dazio per fargli tornare a vivere un nuovo futuro. Al di là di molte frasi dimenticabili da Bacio Perugina sul senso della vita e dell’amore, l’Ozpetek di ritorno in terra turca dopo vent’anni (Hamam – Il Bagno Turco è del 1996) ri-acquisisce un’apprezzabile, classica e naturale, propensione registica da sofisticato thriller-melò. Cibarie e bevande luculliane inondano le tavole, rumori urbani screziano l’udito, e le anime spezzate tentano una difficile e dolorosa ricomposizione. Da Ozpetek non aspettatevi che irrompa la cronaca turca odierna, anche se sullo sfondo appaiono qualche curdo sfollato e una timida protesta delle madri del sabato di piazza Galatasaray. Questo è un film d’esportazione internazionale che potrà avere un bel successo. Poche noie generali, molte cartoline individuali. Tutto svolto con onestà d’intenti. [youtube]S_cftLpH7LE[/yotube]