L’ultimo atto del Barone Nero è stata l’adesione al movimento di Gianfranco Fini, Futuro e Libertà, nel 2011. Ma la sua storia politica di nostalgico del fascismo, che include 13 anni in Parlamento, ha attraversato tante formazioni della destra radicale in Italia, dal Movimento sociale italiano di Rauti alla La Destra di Santanché e Storace, fino al sostegno dell’autarchia in chiave anti-globalizzazione. Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, nato a Trapani nel 1932, è morto a Milano mercoledì 1 marzo a 84 anni. La stessa città che è stata perno della sua attività politica, a partire dal 1970, quando era stato eletto consigliere comunale.
Nove anni dopo il Barone Nero – detto anche “Sagittario Tom” e “Staiti terrore dei mariti” – è deputato nelle fila del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale. Sostenitore della candidatura di Pino Rauti alla segreteria del Msi, si era scontrato con Giorgio Almirante e Gianfranco Fini. E col ritorno dell’ex presidente della Camera alla guida del partito, aveva deciso di uscire dal Msi e di confluire poi nel Gruppo Misto, fino al 1992. Tre anni dopo è tra i fondatori del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, partito che lascia nel 1997 per aderire al Fronte Sociale Nazionale, allora chiamato Fronte Nazionale. L’ultima candidatura alle politiche arriva nel 2008, quando entra nelle liste de La Destra di Storace e Santanché. Deluso dall’alleanza col Pdl, l’anno successivo lascia il partito.
E nel 2012 al Fatto diceva della Santanchè: “È un altro dei regalini di La Russa. I due hanno siglato un patto politico-mondano-commerciale. (…) Lei ama dire che viene dalla società civile, io preferisco dire dalla società incivile, viste le frequentazioni (con Briatore, per esempio) di quando era ragazza e non ancora del tutto plastificata.