Cultura

BelloFigo, Livorno sfida insulti e minacce e fa cantare il rapper: “Non capirlo è impossibile, noi ribelli come lui”

Dopo i numerosi concerti annullati in varie zone d'Italia, gli organizzatori resistono e confermano l'evento: "La nostra è una scelta antifascista. E gli eventuali utili andranno all'emergenza casa". Il Comune: "La nostra è una città ribelle e accogliente"

di David Evangelisti

Livorno, città della burla e dello sberleffo, strizza l’occhio a Bello FiGo, il contestato rapper-trash di origini ghanesi che prende in giro gli stereotipi razzisti: a differenza di quanto è avvenuto in altre parti d’Italia il 24enne potrà infatti esibirsi e lo farà sabato sul palco del “The Cage“. Gli ultimi concerti in altre città erano stati annullati a causa delle minacce agli organizzatori e delle proteste dell’estrema destra: “Nessuna minaccia, solo qualche post offensivo su facebook: il concerto si farà” conferma al FattoQuotidiano.it Toto Barbato, direttore artistico del teatro. Città della burla delle false teste di Modigliani e culla del mensile satirico Il Vernacoliere, da alcuni anni sede di un festival nazionale sull’umorismo (diretto da Stefano Bartezzaghi), Livorno ha da sempre un feeling particolare per tutto ciò che è irriverente: “Livorno l’accoglienza ce l’ha nel dna, e poi ai livornesi la provocazione piace. Ben venga dunque l’esibizione di Bello Figo: aiuta a aprire un serio confronto sul razzismo strisciante” dice al Fatto.it l’assessore comunale alla Cultura Francesco Belais.

I gestori del locale livornese: “Scelta antifascista”
La notizia del concerto a Livorno (8 euro il costo del biglietto) venne ufficializzata un mese fa dagli stessi gestori del locale, tramite facebook. Poche ore e sulla pagina del The Cage iniziarono a piovere decine di commenti contrastanti, tra cui diversi insulti. I responsabili del locale hanno spiegato i motivi che li hanno spinti a invitare il rapper: “Una scelta antifascista perché Bello FiGo riceve costantemente minacce di morte. E in quanto associazione antifascista ci opponiamo con tutte le nostre forze a questa ondata di odio”. Secondo il The Cage è “impossibile non capire come i testi delle sue canzoni siano volutamente ironici e provocatori”. Si tratta insomma di “satira trash”.

“La nostra – precisano gli organizzatori – non è una scelta dettata dal guadagno o dalla visibilità, la nostra realtà lavora da più di 15 anni senza bisogno di ricorrere a webstar dell’ultima ora”. Barbato ribadisce che “eventuali utili derivanti dalla biglietteria verranno devoluti a un progetto di emergenza abitativa”. La prevendita? “Sta proseguendo a ritmo normale”. Poi la conclusione: “Prendere sul serio Bello Figo nel 2017 è un po’ come se negli anni Ottanta si fosse tentato di prendere sul serio Pierino. E comunque non sarà certo Bello FiGo a rovinare l’Italia: a questo ci stanno già pensando altri signori…”.

L’assessore: “Livorno, città ribelle”
D’altra parte, come sottolinea l’assessore Belais, “Livorno nasce storicamente dall’incontro di tante comunità diverse: lo spirito d’accoglienza è nel dna della città che nello stesso momento ama andare controcorrente“. Belais aggiunge: “Mi piace lo spirito ‘ribelle’ degli organizzatori. In altre parti d’Italia Bello FiGo non ha potuto esibirsi? A Livorno può farlo”. Una città dissacrante: “Tanto che dal 2015 proprio qui si tiene ‘Il senso del ridicolo’, festival culturale dedicato all’umorismo e alla satira”. Belais, dj e produttore di musica house e elettronica, punta poi il dito “contro chi vuol mettere il bavaglio alle espressioni artistiche” e comunque ricorda “che il linguaggio rap è per sua stessa natura provocatorio, guardiamo a Fabri Fibra in Italia o a Eminem negli Usa”.

“Io no faccio opraio e voglio wi-fi”
Ormai non c’è più nemmeno di presentazioni. Paul Yaboah, vero nome del rapper, è in Italia dal 2004 e vive a Parma. Le prime canzoni su YouTube risalgono al 2010 ma il boom arriva a fine 2016 con “Io non pago affitto” (13 milioni di visualizzazioni), in cui si canta “Non paghiamo l’affitto, siamo negri noi“, “appena arrivati in Italia abbiamo casa, macchine, fighe”, “io non faccio operaio”, “vogliamo wi-fi”, “io dormo in albergo a 4 stelle”. In “Referendum costituzionale” altre provocazioni: “Diciamo Si al referendum, Matteo Renzi ci dà la figa bianca” o “avremo 35 euro al giorno in albergo”.

Le proteste e le minacce hanno costretto Bello FiGo a annullare gran parte dei suoi ultimi concerti: tra la fine del 2016 e il febbraio 2017 sono saltate le serate a Borgo San Virgilio (Mantova), Brescia, Legnano, Lugo, Diano San Pietro (Imperia), Pinerolo (Torino). Tutto ok invece allo “Smashing Wednesday” Milano e all’Astoria di Torino. Bello FiGo è stato anche protagonista di uno scontro in tv con Alessandra Mussolini. “Lo manderei a raccogliere il cotone. E anche i pomodori, le arachidi e le banane” aveva detto tra l’altro il segretario della Lega Nord Matteo Salvini.

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