Negli stralci di un'intercettazione telefonica pubblicati dal Fatto, l'ex An Bocchino (indagato) e l'imprenditore Romeo (in carcere per corruzione) parlano di come avvicinarsi all'amministrazione grillina in Campidoglio. L'assessore allo Sport spiega di aver conosciuto Domenico Casalino per motivi istituzionali, i fedelissimi di Renzi chiedono ai 5 stelle di presentare una mozione di sfiducia alla Raggi
E’ polemica tra Pd e M5s sugli stralci di un’intercettazione telefonica dell’inchiesta Consip, pubblicati oggi dal Fatto Quotidiano, in cui Italo Bocchino – ex parlamentare di centrodestra (già ex An), indagato – e Alfredo Romeo – imprenditore, in carcere per corruzione – parlano a gennaio di avvicinare l’amministrazione M5s di Roma. Secondo Romeo, l’ex amministratore delegato di Consip Domenico Casalino avrebbe detto a Bocchino di essere amico di Frongia e dell’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, e gli sarebbe stato chiesto di fare l’assessore. Nel merito l’ex vicesindaco M5s e ora assessore allo Sport Daniele Frongia ha ribadito quanto già detto al Fatto: “Casalino”, ha detto, “l’ho conosciuto nel 2014 in virtù dei nostri ruoli, io presidente commissione revisione spesa (del Campidoglio, ndr) e lui Ad di Consip, ci eravamo incontrati per la centrale unica di acquisti. E, da quanto ne so, non si è mai candidato per diventare assessore della nostra giunta”.
Il Noe, come scrive il Fatto, ha anche trovato nella spazzatura di Romeo un foglio su cui era appuntato il nome dell’assessore Mazzillo. E su questo punto i renziani chiedono ai grillini spiegazioni: “Attendo da M5s una mozione di sfiducia a Raggi nonché la campagna #Raggiconfessa ora che è comparso nome Mazzillo tra i fogli nella monnezza”, ha scritto su Twitter la renzianissima Alessia Morani, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera, facendo riferimento in modo provocatorio alla mozione M5s per sfiduciare il ministro Lotti (che però è indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip). Stesso tono anche per il fedelissimo di Renzi Stefano Esposito: “Se dovessimo usare lo stesso metro forcaiolo dei 5 Stelle, naturalmente solo con gli altri, allora si imporrebbe che l’assessore Mazzillo spiegasse immediatamente se conosceva Romeo, e perché il suo nome figura nell’inchiesta Consip. Era coinvolto? Perché non ha risposto alle domande del Fatto, come riportato dallo stesso quotidiano? Di Maio, Grillo e la Raggi sapevano? Anche lui uno dei tanti dipendenti comunali? Ecco, questo è il genere di domande che avrebbero posto i Torquemada a 5 Stelle a chiunque avesse avuto la sventura di non militare nelle loro fila. Certamente non le hanno poste alla pluri indagata Raggi dopo le vicende Romeo e Marra. Per i grillini valgono sempre due pesi e due misure, sport in cui Di Maio è il campione incontrastato”.