“Loro pensano che io sia solo, vogliono che io sia solo”. Con queste parole il candidato dei Repubblicani alle presidenziali francesi ha aperto il suo comizio nella piazza del Trocadero, sotto la Torre Eiffel. François Fillon, sempre più solo dopo l’indagine sui presunti lavori fittizi alla moglie e ai due figli, ha chiesto ai suoi sostenitori una prova di “piazza” per dimostrare che la folla è ancora dalla sua parte: stando alle stime riportate dall’agenzia Ansa, si sono presentati in 50mila (la pioggia della mattina non ha aiutato). Gli organizzatori hanno sparato alto: “Siamo in 200mila”, ma le forze dell’ordine, riporta Bfm.tv, hanno detto che l’area non può contenerne più di 30mila. Dopo la convocazione per l’interrogatorio davanti ai pm prevista per il 15 marzo, la sua corsa sembrava ormai senza speranze e ogni giorno si registrano i passi indietro dei vari rappresentanti del partito (Bruno Le Maire e il direttore della campagna tanto per fare due esempi). “Grazie a voi”, ha detto Fillon alla folla, “perché avete sfidato le invettive, gli insulti, il maltempo; grazie a voi che non abbasserete mai le braccia, che non ascolterete le sirene dello scoraggiamento. Andiamo fino in fondo”.
E in una giornata così decisiva per la campagna di Fillon, addirittura la moglie Penelope ha rotto il silenzio dopo settimane rilasciando un’intervista a Le Journal du Dimanche “per mettere fine alle folli dicerie”. La Fillon, di origini britanniche, sostiene di aver svolto “compiti molto diversi tra loro” per il marito e il deputato Mac Joulaud (che lo sostituì, con qualche interruzione, tra il 1998 e il 2013). “Mi occupavo”, ha ribadito, “della corrispondenza insieme con la segretaria, preparavo per lui appunti e schede sulle manifestazioni locali nella nostra circoscrizione, che poi potesse utilizzare nei suoi discorsi“. Continua: “Gli facevo anche una specie di rassegna stampa locale. Lo rappresentavo in alcune occasioni a certe manifestazioni, rileggevo i suoi discorsi”. Alla domanda sul perché avesse detto in una delle sue rare interviste degli anni passati che non si occupava di politica, risponde: “Non ritenevo fosse politica, lavoravo per mio marito e per gli abitanti della Sarthe”. Agli inquirenti, la Fillon ha anche mostrato documenti per provare la reale esistenza del suo impiego: si tratta di “email con annotazioni che dimostrano come le informazioni passassero da me, e scambi di email con altri collaboratori”.
Il domenicale francese ha anche pubblicato un sondaggio Ifop secondo cui il 71% dei francesi non vuole più che Fillon si candidi all’Eliseo, mentre il 28% vorrebbe che resistesse. Penelope ha le idee molto chiare in merito: “Soltanto lui può diventare presidente. Essere in grado di resistere a tutto questo è una prova di incredibile coraggio. Ogni giorno – aggiunge la Fillon – gli dico di continuare perché lui è l’unico candidato che ha l’esperienza, la visione, il progetto e la determinazione necessaria per guidare la Francia”. E conclude ribadendo il suo appoggio al marito: “Io ci sono, ci sono sempre stata e sempre ci sarò. Sto con François da 36 anni e ci resterò tutto il tempo che ci rimane da vivere”.
Salito sul palco, Fillon si è scusato con i suoi sostenitori, come del resto aveva già fatto in conferenza stampa nelle scorse settimane: “Ho commesso un primo errore chiedendo a mia moglie di lavorare per me, non avrei dovuto farlo. Ho commesso un secondo errore nel modo in cui ve ne ho parlato. Quando si è profondamente onesti, quando si è dedicata la vita all’interesse generale, è difficile affrontare una campagna di questo genere”. E ha aggiunto di dovere altre scuse ai francesi per la necessità di difendere se stesso e la moglie “mentre l’essenziale è difendere il nostro Paese”.
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Elezioni Francia, Fillon tenta il tutto per tutto e raduna i suoi al Trocadero: “Fino in fondo”. Polemica sulle presenze
Quando la corsa del candidato Repubblicano per le presidenziali sembrava ormai finita a causa dello scandalo per i presunti incarichi fittizi ai figli e alla moglie, il leader ha convocato un meeting pubblico. 50mila le presenze secondo l'agenzia Ansa, 200mila per gli organizzatori, mentre bfmtv riporta che per le forze dell'ordine la piazza non può contenere più di 30mila persone. La moglie rompe il silenzio dopo settimane e rinnova il sostegno
“Loro pensano che io sia solo, vogliono che io sia solo”. Con queste parole il candidato dei Repubblicani alle presidenziali francesi ha aperto il suo comizio nella piazza del Trocadero, sotto la Torre Eiffel. François Fillon, sempre più solo dopo l’indagine sui presunti lavori fittizi alla moglie e ai due figli, ha chiesto ai suoi sostenitori una prova di “piazza” per dimostrare che la folla è ancora dalla sua parte: stando alle stime riportate dall’agenzia Ansa, si sono presentati in 50mila (la pioggia della mattina non ha aiutato). Gli organizzatori hanno sparato alto: “Siamo in 200mila”, ma le forze dell’ordine, riporta Bfm.tv, hanno detto che l’area non può contenerne più di 30mila. Dopo la convocazione per l’interrogatorio davanti ai pm prevista per il 15 marzo, la sua corsa sembrava ormai senza speranze e ogni giorno si registrano i passi indietro dei vari rappresentanti del partito (Bruno Le Maire e il direttore della campagna tanto per fare due esempi). “Grazie a voi”, ha detto Fillon alla folla, “perché avete sfidato le invettive, gli insulti, il maltempo; grazie a voi che non abbasserete mai le braccia, che non ascolterete le sirene dello scoraggiamento. Andiamo fino in fondo”.
E in una giornata così decisiva per la campagna di Fillon, addirittura la moglie Penelope ha rotto il silenzio dopo settimane rilasciando un’intervista a Le Journal du Dimanche “per mettere fine alle folli dicerie”. La Fillon, di origini britanniche, sostiene di aver svolto “compiti molto diversi tra loro” per il marito e il deputato Mac Joulaud (che lo sostituì, con qualche interruzione, tra il 1998 e il 2013). “Mi occupavo”, ha ribadito, “della corrispondenza insieme con la segretaria, preparavo per lui appunti e schede sulle manifestazioni locali nella nostra circoscrizione, che poi potesse utilizzare nei suoi discorsi“. Continua: “Gli facevo anche una specie di rassegna stampa locale. Lo rappresentavo in alcune occasioni a certe manifestazioni, rileggevo i suoi discorsi”. Alla domanda sul perché avesse detto in una delle sue rare interviste degli anni passati che non si occupava di politica, risponde: “Non ritenevo fosse politica, lavoravo per mio marito e per gli abitanti della Sarthe”. Agli inquirenti, la Fillon ha anche mostrato documenti per provare la reale esistenza del suo impiego: si tratta di “email con annotazioni che dimostrano come le informazioni passassero da me, e scambi di email con altri collaboratori”.
Il domenicale francese ha anche pubblicato un sondaggio Ifop secondo cui il 71% dei francesi non vuole più che Fillon si candidi all’Eliseo, mentre il 28% vorrebbe che resistesse. Penelope ha le idee molto chiare in merito: “Soltanto lui può diventare presidente. Essere in grado di resistere a tutto questo è una prova di incredibile coraggio. Ogni giorno – aggiunge la Fillon – gli dico di continuare perché lui è l’unico candidato che ha l’esperienza, la visione, il progetto e la determinazione necessaria per guidare la Francia”. E conclude ribadendo il suo appoggio al marito: “Io ci sono, ci sono sempre stata e sempre ci sarò. Sto con François da 36 anni e ci resterò tutto il tempo che ci rimane da vivere”.
Salito sul palco, Fillon si è scusato con i suoi sostenitori, come del resto aveva già fatto in conferenza stampa nelle scorse settimane: “Ho commesso un primo errore chiedendo a mia moglie di lavorare per me, non avrei dovuto farlo. Ho commesso un secondo errore nel modo in cui ve ne ho parlato. Quando si è profondamente onesti, quando si è dedicata la vita all’interesse generale, è difficile affrontare una campagna di questo genere”. E ha aggiunto di dovere altre scuse ai francesi per la necessità di difendere se stesso e la moglie “mentre l’essenziale è difendere il nostro Paese”.
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Manifestazione per l’Europa, “Siamo 50mila”. In piazza bandiere Ue, arcobaleno e “Bella ciao”. Dalla difesa comune al riarmo: le parole
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.