La “fame” del pubblico televisivo italiano
Chi guarda la tv in Italia è considerato, da addetti ai lavori e osservatori, una sorte di cerebroleso, né più né meno. Si crede che sia pronto a masticare e digerire tutto, che basti mandare in onda il peggio del peggio e lui sta lì, passivo, a trangugiare il nauseabondo pappone. Ormai, quando una fiction raggiunge 4 o 5 milioni di spettatori, si festeggia con ostriche e champagne. Sono i dirigenti televisivi, loro sì, ad accontentarsi, non certo il pubblico. I telespettatori italiani hanno fame di buona tv, soprattutto sul fronte della seralità, visto che altrove, in giro per il mondo, le serie vivono la loro golden age. Il successo clamoroso di Montalbano dimostra proprio questo: date al pubblico un prodotto di qualità e il pubblico (tutto il pubblico) lo premierà con risultati da monopolio tv. Se i padroni del vapore televisivo fossero lungimiranti, darebbero al pubblico quello che realmente vuole: più storie ben scritte che sappiano coniugare sapientemente alto e basso, meno fiction di infimo livello con attori cani e sceneggiature ridicole.
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