Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che quando passa sotto casa Boschi a Laterina con la Harley grida “Verdini suca!”. Altre considerazioni.
1. La Juve è così forte che, se pareggia a Udine, la cosa fa notizia. Oltremodo superiore a qualsiasi avversaria (italica), anche quando non vince guadagna comunque punti sulla seconda. Il campionato lo aveva vinto ad agosto e ve l’avevo detto: fidatevi dello Scanzi, ragazzi. Non sbaglia mai, e se sbaglia (referendum) è per il vostro bene.
2. I bianconeri sono allergici alle sconfitte, peraltro rarissime, ma pure ai pareggi (rarissimi anche quelli). Quando tali eventi incresciosi accadono, essi si vendicano scudisciando con veemenza chi gli capita a tiro. La macellazione che patirà il Milan venerdì farà giurisprudenza, il Porto subirà ulteriori mitraglie e il Napoli in Coppa Italia vivrà un nuovo Golgota. E’ scritto.
3. Incredibile la capacità che ha la Roma di smarrirsi dentro se stessa. Non fai in tempo a definirla “matura” che subito lei inciampa in due rovesci di fila. E che rovesci: giubilata da una Lazio sublime in Coppa Italia e poi vilipesa in casa dall’avversaria diretta per il secondo posto (la Roma non è stata mai in corsa per lo scudetto). Il Napoli, oltretutto, prima di quella partita pareva in crisi. E invece. Le milizie di Spalletti si sono viste solo negli ultimi dieci minuti, che stavano comunque per bastare per raddrizzare la situazione. Suicidio vero. Colpisce l’alternanza di Fazio, che con l’Inter sembrava un colosso e col Napoli sembrava Fabio. Bah.
3 bis. L’esultanza di Mertens non era offensiva: era un troiaio.
4. Lo si dica: Simone Inzaghi è uno dei migliori allenatori italiani. Chiamato in fretta e furia per sostituire “El Loco” Bielsa, ha tirato su una delle migliori Lazio degli ultimi vent’anni. Gioca bene, è instancabile e nel primo tempo non si tiene proprio. Spreca troppo, ma se continuasse così potrebbe perfino disturbare Napoli (o Roma) per il terzo posto. Applausi.
5. Vale più o meno lo stesso per Pioli. La sua Inter perde punti “solo” con le primissime, segno che vale la posizione che ha: quarta/quinta. La vittoria del Napoli è un colpo ferale per le ambizioni di Champions, ma avendo lo scontro diretto in casa può ancora sperare. Lazio permettendo.
6. Lo so, ci sarebbe anche l’Atalanta, ma se arriva tra le prime tre mi faccio renziano. Si noti comunque un aspetto curioso: adesso, se l’Atalanta pareggia con la Fiorentina, viene vista come una mezza occasione persa. E’ il segno ulteriore di come Gasperini stia signoreggiando con agio atarassico e pressoché sacrilega scioltezza.
7. Con Immobile e Belotti, Ventura può stare tranquillo. Con Abate e De Sciglio, no.
8. Tiziano Renzi campione del mondo.
9. Empoli e Bologna continuano a non fare un punto dall’assedio di Malta del 1565, e ciò nonostante vivono la loro mestizia con la stessa serenità incredula che ha Nardella quando gli ricordano che è davvero sindaco di Firenze. Non vi è dunque Lode.
10. E’ inutile che ogni tanto fai doppietta, Bacca: generi comunque in me una virulenta, nonché definitiva, repulsione estetica. La porta è sempre in fondo a destra, come i bagni in quella canzone di Gaber. Chiudi la porta quando esci. Addio.
10 bis. Il closing non esiste. I cinesi non esistono. E Marco Polo ci ha preso per il culo.
A lunedì.