Cinema

Prolungato Cinema2Day per tre mesi. L’ira di Teodora Film: “Scempio italiano, cinema bene svenduto”. E gli esercenti che non aderiscono più ai film da 2 euro: “Non crea nuovo pubblico. Svalutato il nostro lavoro”

Il distributore indipendente di film come Amour e Irina Palm parla di “gabella” che ricade sui privati che “nemmeno il principe Giovanni in assenza di Riccardo Cuor di Leone alle crociate. Poi accusano direttamente il ministro Franceschini di “personale campagna elettorale assecondata dalle associazioni di produttori che non aspettano altro che una nuova legge cinema per accedere ai fondi pubblici”. E il malumore serpeggia anche tra altri distributori ed esercenti di sala come le otto sale del Circuito Cinema a Bologna e lo Stensen a Firenze: “A prezzi di dumping il pubblico si concentra esclusivamente in quelle giornate, abbandonando il piacere della sala nei restanti giorni della settimana, con ovvie ricadute negative sulla gestione”

“Perché il cinema sta diventando da mesi un bene svenduto?”. Il prolungamento per altri 90 giorni dell’iniziativa ministeriale dei Cinema2Day, ovvero il secondo mercoledì del mese a 2 euro iniziato a settembre 2016, fa andare su tutte le furie la casa di distribuzione indipendente Teodora Film. Nel post apparso sul loro sito web, intitolato Rosso Franceschini, la società di Vieri Razzini e Cesare Petrillo critica apertamente l’iniziativa del Ministro della Cultura del governo Gentiloni: “Ci sembra solo uno strumento del ministro Franceschini per una personale campagna elettorale, assecondata dalle associazioni di produttori che  non aspettano altro che una nuova legge cinema per accedere ai fondi pubblici”. Poi rincarano la dose: “Questo è uno scempio tutto italiano che nasconde male l’ipocrisia degli operatori del settore (in privato lamentano il “danno Franceschini”), e la demagogia del comune uomo politico attaccato alla sua poltrona che fa danno a tutti i livelli, teorico e pratico”.

“Il messaggio che arriva è che il cinema per essere rilanciato debba essere accessibile a tutti”, spiegano da Teodora. “Ma il cinema, come i libri, il teatro, la musica, e poi la benzina, il computer, l’I-phone, la moda fa parte dei beni secondari. Proprio perché tali, è giusto che vengano pagati. Del resto, se nel sistema capitalistico paghiamo anche il latte e il pane per i nostri figli, le medicine per i nostri malati, per quale motivo al mondo il cinema sta diventando da mesi un bene svenduto?”. E non valgono nemmeno le motivazioni “nobili” provenienti dal ministero: “Non ci si venga a parlare di “educazione” e promozione “culturale” del cinema: di quella ci sarebbe veramente bisogno, strutturata e solidamente lungimirante, che partisse dalle scuole per arrivare fino alle televisioni. A spese dello Stato, in vera collaborazione coi professionisti del settore”. La scelta di Franceschini, secondo Teodora, viene scaricata direttamente, e drammaticamente, sulle spalle dei privati che rischiano di tasca loro: “Ci teniamo a far sapere che i soldi di società come la nostra (e di altre decine e decine di società legate al settore) sono soldi unicamente privati e il ministro sventola la legge e i decreti attuativi imponendo ai privati una gabella che nemmeno il principe Giovanni in assenza di Riccardo Cuor di Leone alle crociate. La Teodora Film vive e dà lavoro ai suoi dipendenti come ai collaboratori esterni (doppiatori, traileristi, grafici, uffici stampa, laboratori, magazzinieri) unicamente sui biglietti venduti al cinema e sulla riuscita dei film distribuiti in sala e successivamente in DVD o rivenduti alle televisioni. È odioso dichiararlo pubblicamente, ma si rende necessario a fronte di quella che può sembrare una protesta sterile: nel febbraio del 2017, colpita come molti dalla crisi del settore, Teodora Film si è vista obbligata a ridurre il personale per la prima volta in sedici anni di onorata carriera”.

L’accurata e infuriata dichiarazione Teodora Film sull’ulteriore allungamento dei mercoledì al cinema a 2 euro non sembra essere un lamento isolato. “Ormai era inevitabile prolungare l’iniziativa, l’importante è aver detto che sono gli ultimi tre mesi”, ha dichiarato a Cineguru Screenweek Paolo Protti, presidente di Media Salles e storico esercente di Mantova. “L’esperienza che ho maturato in questi due mercoledì del 2017 è stata positiva. Infatti, nel 2016 ci sono stati grandi numeri, ma anche grandi danni, visto che la promozione non ha portato un incremento al mercato, ma solo una svendita”. Dello stesso avviso paiono essere gli esercenti di ben 15 sale bolognesi (Arlecchino, Capitol, Chaplin, Fossolo, Jolly, Medica, Smeraldo, le 8 sale del Circuito Cinema Bologna) che hanno comunicato la loro contrarietà alla proroga ministeriale sul cinema ultrascontato sottolineando la già avviata fidelizzazione con prezzi particolarmente vantaggiosi tutto l’anno per categorie “svantaggiate”: “A settembre 2016, pur con molte riserve, si decise di aderire al lancio dell’iniziativa promossa dal Ministero, convinti che iniziative con una durata temporale definita, possano avvicinare al cinema una determinata fascia di pubblico, ma queste iniziative non si sono rivelate la soluzione ottimale ad una mancanza di educazione alla cultura cinematografica. A prezzi di dumping il pubblico si concentra esclusivamente in quelle giornate, abbandonando il piacere della sala nei restanti giorni della settimana, con ovvie ricadute negative sulla gestione”. Dall’altra parte degli Appennini coglie la balla al balzo lo storico cinema Stensen di Firenze: “Lo Stensen NON aderirà al proseguimento dei Cinema2Days, dopo aver già partecipato nei mesi precedenti. PERCHÉ? Perché ci pare di svalutare il nostro lavoro svendendolo, aderendo ad una promozione calata dall’alto che non (ri)conosce le promozioni che già applichiamo”.