Il segretario alla Public Education, racconta Furio Colombo nel suo ultimo libro "Trump Power", mette a disposizione delle famiglie povere voucher che coprono tutte le spese di un istituto privato. In questo modo diminuisce il numero di studenti che si iscrivono in quelli pubblici, che così vedono ridursi i finanziamenti e di conseguenza gli standard qualitativi, finendo per essere ridotti a luogo di attesa di una sottoclasse destinata alle occupazioni inferiori
Appena Trump viene eletto presidente degli Stati Uniti fa irruzione nel suo gabinetto la signora Betsy DeVos, indicata come segretario di ciò che l’America chiama ancora Public education, Pubblica istruzione. La DeVos, tre volte ricca – le risorse del padre, l’impero del suocero e i grandi affari del marito – ha dedicato la sua vita a stroncare la scuola pubblica e a fare sempre più spazio a quella privata, religiosa, anti-evoluzionista.
Il travestimento è costituzionale e, all’apparenza, persino liberal: a ciascuna famiglia, anche povera, deve essere dato il diritto di scegliere la scuola che vuole, attraverso un voucher che copra tutte le spese di un istituto privato. Secondo la donna, le scuole ben costruite, bene organizzate, con trasporti facili e orari adatti alle persone che lavorano, sono cristiane, quasi sempre evangeliche e fondamentaliste; insegnano il creazionismo e la politica giusta: la grazia corrisponde al merito, che corrisponde al guadagno, che corrisponde al posto che ciascuno si conquista che non è di masse o di popoli ma di individui in competizione. Come per la grazia, ciascuno vince da solo e da solo difende il suo privilegio e la sua ricchezza, liberando lo spazio sociale dalla superstizione del welfare. Se aiuti i poveri, resteranno sempre poveri.
La distribuzione, facile e incoraggiata, dei voucher che danno accesso a scuole che a molte famiglie possono apparire un privilegio, diminuisce in modo rapido e drastico il numero di studenti che si iscrivono agli istituti pubblici. Naturalmente il calo degli studenti induce i comuni e i governatorati degli Stati a diminuire le risorse, il numero e la qualità degli insegnanti, fino a ridurre il mondo della pubblica istruzione, che è stata il cardine dell’America così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, a un sistema marginale, il luogo di attesa di una sottoclasse destinata alle occupazioni inferiori.
Il processo non è né facile né universalmente accettato, anche perché la cultura religiosa delle scuole private conservatrici non corrisponde al livello scientifico dei grandi atenei americani. Ma la forza conservatrice della grande ricchezza, dai tempi di Reagan ai giorni nostri, ha lavorato a dar vita a un nuovo tipo di università, come la Liberty University, “la più grande università cristiana d’America”, presieduta da un personaggio chiave dell’epoca Reagan, il reverendo Jerry Falwell, o la Trump University da cui proviene, guarda caso, la gran parte dei dirigenti delle imprese del padrone.
Secondo la DeVos bisogna salvare i bambini dal lavaggio del cervello del secolarismo senza Dio di cui sono preda e vittime nelle scuole pubbliche. Insomma, un vero ministro della Pubblica Educazione dedicato alla distruzione della parte pubblica della scuola americana.