Pare che Aristarco di Samo debba ritenersi il titolare della teoria eliocentrica (quella per cui è la Terra a girare intorno al Sole, ndr): ma dopo di lui si contano circa 1.600 anni di applicazione delal teoria opposta, sostenuta da strutture e organizzazioni non solo potentissime (una su tutte, la Chiesa) ma anche un tantino terrorizzanti, visti i metodi spicci cui ricorrevano per punire i miscredenti. Mi è capitato di pensare a quanto deve aver temuto Niccolò Copernico, astronomo polacco, nel contrastare la teoria aristotelica ovvero quella geocentrica. Galileo Galilei poi deve aver vissuto nel terrore: qualche decina di anni più tardi corse il rischio di lasciarci la pelle e, in ossequio alla dottrina imperante, dovette ritirarsi mogio mogio consolandosi in un ‘Eppur si muove’. L’ultimo epigono di cotanta tolemaica scienza fu, per la cronaca, tal Giovanni Paneroni da Rudiano (BS), ultimo dei presocratici, che negli anni Venti del Novecento andava in giro col carrettino dei gelati predicando a squarciagola che il sole girava intorno alla terra. Celebre la sua frase: ‘La Terra non gira, o bestie!’.
Per incidens, la cultura geocentrista, fortemente impersonata dalla dottrina ecclesiastica, ci ha messo 400 anni per riconoscere il suo impercettibile errore. Ma questa è la vita. Cinquant’anni fa, ad esempio, ai neonati si fasciavano strette le gambe perché crescessero diritte: il sottoscritto ne è stato vittima e, non che me ne ricordi, ma immagino di aver tirato contro mia madre molti epiteti. Poi, d’incanto, qualcuno si pose una domanda: ma sarà vero? Oggi le gambe non vengono fasciate più e crescono dritte lo stesso.
E un po’ questo il clima che mi sembra di cogliere in tema di sovranità monetaria. In linea teorica ed astratta non esiste dubbio alcuno che l’optimum per uno Stato sovrano sia quello di dominare la propria moneta, sia che lo faccia bene sia che lo faccia male almeno può regolarne il corso. Occorre però dialogare un pizzico circa la definizione di Stato sovrano. Nel mondo occidentale odierno non esiste più alcuno Stato sovrano, neppure gli Usa lo sono. I veri centri di potere e decisione risiedono nel mondo finanziario: le big banks. Complice necessaria di questa trasformazione è stata la globalizzazione.
Il mondo finanziario sovrano non è sanzionabile: una grande banca che ha sedi in cinquanta Paesi (e Paesucoli) diversi sfrutta le legislazioni locali per fare operazioni che in altri sarebbero del tutto illecite. Si ricordi l’ingloriosa spedizione dei marines Usa (1983 – bombardamenti, cannoni, paracadutisti, scontri) nell’isolino di Grenada nei Caraibi, un po’ più grande dell’Isola Bella del Lago Maggiore, con il pretesto che i russi potessero farne una propria base: guardacaso Grenada è ancora oggi una delle “Isole del Male” per operazioni finanziarie indicibili. Come si può punire una big bank per operazioni di riciclaggio di denaro criminale?
Stante questa situazione anche la figura del politico cambia: il politico diventa un ad che non può controllare i ricavi, ma soltanto i costi. Durante la sua campagna elettorale, il candidato sa benissimo di raccontare frottole, non può farne a meno ma ne è perfettamente a conoscenza: i cordoni della borsa non sono più nelle sue mani, dipendono da input più alti. La gente non se ne accorge neppure ma sta pagando un prezzo colossale a questo nuovo sistema di potere mondiale: la forza di questo potere si chiama credito e il mondo politico cosiddetto sovrano (quindi anche il mondo no-euro) da decenni non fa altro che vivere ‘a debito’. L’economia reale è largamente subalterna alla finanza. Se il mondo finanziario ti stacca l’ossigeno, tu sei morto.
Altro che sovranità: questa è la realtà delle cose. E tu credi che basti uscire dall’euro e rifare – poniamo – la lira italiana per sfuggire, magari anche attraverso sacrifici, a questa regola? Ma non avete notato che diversi premier europei sono stati personaggi contigui alle big banks? Ma se tu presti denaro, staresti lì con le mani in mano e rinunceresti a prenderti il valore atteso del tuo investimento? Non vedi che al potere finanziario non interessa proprio nulla della povertà, della tragedia dell’immigrazione, dell’oscurarsi del futuro? Succeda quel che deve succedere, ma i miei soldi li rivogliono indietro con tanto di interessi.
C’è solo una possibilità non tanto per sovvertire questo andazzo quanto per ridurne gli effetti dannosi: restare uniti in un gruppo il più ampio possibile così da avere più potere contrattuale. L’uscita dall’euro, pur con tutti i difetti che questa moneta porta con sé, è operazione sciocca e dannosa per la gente (specie la più povera) ma anche e moltissimo per le aziende, non si scappa. Bisogna lavorare per correggere il funzionamento dell’euro.