Sessantotto voli di Stato in sei mesi, diretti per ventisette volte nell’isola nativa e in almeno otto occasioni in periodi in cui non erano previsti impegni pubblici. È il singolare record del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, mister aereoblu del governo di Paolo Gentiloni. Il titolare della Farnesina, infatti, è in cima alla speciale classifica dei ministri che hanno fatto uso dell’aereo della presidenza del consiglio. L’elenco – pubblicato da Repubblica – racconta come Alfano si sia imbarcato 68 volte sugli aerei di Stato da agosto ad oggi. Più del premier Gentiloni, che fino al giorno prima di entrare a Palazzo Chigi, e cioè il 12 dicembre, si è fermato a quota 43 voli. L’ex delfino di Silvio Berlusconi, però, stacca anche ministro della Difesa Roberta Pinotti ferma a 31 voli, il ministro Claudio De Vincenti con 20 voli, il guardasigilli Andrea Orlando a 12, il titolare dello Sviluppo Economico Carlo Calenda a 11 e il ministro dell’Interno Marco Minniti, che da metà dicembre – cioè da quando è entrato al Viminale – a oggi ha preso per 10 volte un volo di Stato, e in sette casi è andato o tornato da Reggio Calabria, sua città di origine.
D’altra parte lo stesso Alfano per ben 27 volte ha usato l’aereo blu per tornare in Sicilia, sua regione d’origine, in alcuni casi in tempi di vacanza estiva, in altri per impegni politici o istituzionali, in altri ancora per appuntamenti privati come quello del 20 gennaio scorso. Quel giorno il ministro partecipa a Palermo ai funerali della mamma della sottosegretaria Simona Vicari. Il 24 febbraio, poi, si reca alle celebrazioni della clinica palermitana di proprietà della moglie del deputato Ncd Dore Misuraca. Tutti viaggi classificati con la motivazione “istituzionale” o “sicurezza”, visto che la direttiva per l’uso dei voli di Stato datata dicembre 2011, diciplina l’utilizzo solo in seguito a “imprevedibili e urgenti esigenze di trasferimento connesse all’esercizio delle funzioni e l’impossibilità di provvedere ai trasferimenti con voli di linea”.