Con un trascorso di automobili robuste ma anonime lontano alle spalle, eredità peraltro fondamentale, il gruppo sudcoreano Hyundai-Kia è tra le realtà automobilistiche crescenti più in vista ultimamente, col contributo fondamentale della “vecchia” Europa (Italia compresa). A livello globale l’annata 2016 si è chiusa con il record di oltre otto milioni di esemplari venduti (quinto gruppo automotive al mondo), sospinta con crescente autorevolezza dal marchio Kia, in crescita costante da ben otto stagioni nel vecchio continente. Forte di un incremento del 13,1% nel solo 2016, quota di immatricolato che ha superato le 436mila unità nella stagione appena passata (46mila unità 2016 in Italia) e penetrazione nel mercato EU al 2,9% proiettata ad un tre percento ormai prossimo.
Un trend invidiabile della divisione più “glamour” in seno all’alleanza coreana. Tra i tanti “ingredienti” indispensabili per una ricetta del genere ne spicca una, come spiega Michael Cole, Direttore Operativo Kia Motors Europe (COO, Chief Operating Officer) che al Salone di Ginevra in corso ci ha raccontato l’universo Kia presente e futuro. “Quel che è differente, rispetto alla realtà di dieci anni fa, non è la gamma dei veicoli, poiché la nostra era pressoché completa – suv inclusi – esattamente come oggi. Ma nel frattempo abbiamo fatto del design il focus numero uno della nostra realtà per accompagnare la trasformazione dell’azienda in compagnia realmente globale, centrata sulla crescita di contenuto in termini di qualità e ricercatezza. Che in Europa, in particolare, abbiamo voluto rafforzare introducendo la garanzia casa estesa a ben sette anni”.
L’accento sempre più forte sul design è testimoniato anche da un prodotto come la berlina Stinger, in commercio da settembre: look da Gran Turismo e contenuti sportivi, telaio inedito con motore longitudinale e trazione posteriore o integrale e potenze fino a 370 cv. Insomma, Kia pare avviata ad abbordare i confini del settore premium, feudo delle tedesche e segmento dove si guadagna di più. Ma non solo, come spiega Cole dipingendo la Stinger come “l’evoluzione credibile che il pubblico si può aspettare oggi da Kia: vogliamo essere semplicemente riconosciuti per un marchio innovativo, sportivo e guidato dall’attenzione al design. Il premium non è nei programmi”.
Per il futuro, dunque, si resta coi piedi per terra. “Tanto più – ribadisce Cole – tenendo conto dell’obbiettivo congiunto delle 500mila unità vendute da raggiungere entro il 2018 e del limite dei 95 g/km di CO2 come media di emissioni di gamma in vigore dal 2020″. Insieme a suv e crossover (tra cui l’insospettato gradimento per la crossover Niro) spazio in primo piano alla rinnovata citycar Picanto. Senza dimenticare lo sviluppo delle propulsioni ibride. “Tutte. Per il raggiungimento della riduzione di CO2 e la transizione verso la propulsione elettrica di massa, che tuttavia è del tutto dipendente dal futuro sviluppo di infrastrutture non dipendente da noi, serve sviluppare tutte le tecnologie alternative oggi accessibili: ibride, ibride plug-in e mild hybrid avranno tutte quante un ruolo fondamentale, anche se qualcuna di esse, industrialmente, risulterà inevitabilmente meno redditizia”.
La guida autonoma è sempre più di attualità, ma forse non così dietro l’angolo come si pensa; secondo Cole, “stiamo già in realtà implementando diversi elementi di guida indipendente, vale a dire i vari ausili attivi alla conduzione, ed alla fine la guida totalmente automatizzata che avremo – la sviluppa la speciale divisione americana Drive Wise – sarà l’ultimo gradino di questa serie crescente di tecnologie via via implementate; ma credo che, per la complessità di sviluppo di quest’ultimo traguardo, si arriverà in realtà più avanti rispetto all’ipotesi dei primi anni 2020”.
Senza tuttavia mai perdere di vista il lato ludico e di piacere nella guida manuale, che secondo il COO Kia in realtà non sparirà probabilmente mai: “certamente in coda o nel traffico tutti imposteremo la conduzione automatizzata, perché è rilassante e permette di dedicare il tempo di spostamento ad altri compiti; ma l’emozione derivante dalla possibilità di guidare di persona resta un valore così forte e radicato che resterà fondamentale per ancora molto tempo a venire”.