La recente crisi economico-finanziaria ha colpito l’Italia in maniera molto più dirompente che le altre nazioni europee. Povertà e disoccupazione sono schizzate verso l’alto: se prima dell’inizio della crisi del 2007 1,8 milioni di italiani vivevano al di sotto della soglia della povertà, nel frattempo sono diventati quasi 4,6 milioni, ovvero circa l’8% della popolazione. Il tasso di disoccupazione è salito dal 6,7% del 2008 al 10,9% del 2016. Sono soprattutto diplomati e laureati a non trovare più lavoro; il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 40%, mentre nel 2008 era la metà.

[Articolo originale di Andrea Spalinger apparso su NZZ  l’11.02.2017 tradotto da Francesco Borgesi per ItaliaDallEstero.info]

Torno a vivere dai miei

All’inizio degli anni Novanta l’Italia aveva già attraversato una profonda crisi economica: secondo un rapporto della Banca centrale furono soprattutto i ceti più bassi a soffrirne e a ciò fece seguito un aumento delle diseguaglianze sociali. La crisi scoppiata nel 2008 e che tuttora perdura, si è estesa a macchia d’olio e ha portato a un abbassamento della qualità della vita. […] Stipendi bassi, alti costi della vita e pressione fiscale sempre più crescente hanno portato in particolar modo nelle grandi città a un impoverimento della borghesia cittadina benestante. A soffrirne di più sono le ultime generazioni: i giovani italiani guadagnano molto meno rispetto ai genitori, benché siano in media più istruiti e anche quelli che hanno un posto fisso riescono a malapena ad arrivare alla fine del mese.

Se fino al 1989 il reddito pro capite da lavoro era salito in maniera costante, nel corso delle due crisi ha subito un tracollo: nel 2015 si collocava al livello degli anni Settanta. […]. Anche gli affitti sono fortemente aumentati e ciò ha comportato un aumento del numero di famiglie dipendenti dalle pensioni e dalle case delle generazioni anziane. Oggi due terzi degli under 34 vive a casa dei genitori, mentre negli anni Ottanta era un quarto; in tutta Europa gli italiani sono presi in giro per essere degli eterni mammoni: soprattutto i giovani rimangono così a lungo a casa perché non possono permettersi neanche una camera in un appartamento condiviso.

Neanche dopo aver abbandonato il nido famigliare e aver messo su famiglia i figli riescono ad essere indipendenti. Secondo uno studio condotto da Pew Research Center il 60 per cento delle famiglie italiane sostiene finanziariamente la propria prole in età adulta. Ciò avviene anche in altri Stati dell’Occidente, ma tale fenomeno rimane comunque confinato a situazioni eccezionali. In Italia invece rimane una regola fissa nella vita quotidiana.

Nessun centesimo messo da parte

Fino a tutti gli anni Ottanta gli italiani erano ancora in condizione di risparmiare e di comprare proprietà immobiliari ma i risparmi rappresentano oggi il sostentamento del ceto medio. I giovani vivono in appartamenti acquistati dalle famiglie in tempi più floridi, tuttavia il sistema è destinato a crollare con la prossima generazione, in quanto meno di un quarto degli italiani è in grado di mettere da parte risparmi per il futuro, secondo il Pew Research Center. […]

La classe media italiana impoverita e sconsolata. Ecco le storie

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