L’arte dell’arrangiarsi
Francesca Colesanti, 53 anni, giornalista e insegnante di italiano

Francesca ha un carattere positivo e coinvolgente, ma gli ultimi hanno lasciato il segno su di lei; in certi momenti la sua vera natura frizzante riesce a farsi largo anche se è per lo più sovrastata dalle preoccupazioni e dalla stanchezza quotidiane. Ogni giorno rappresenta una battaglia per la giornalista 53enne, una battaglia per mantenere in piedi la famiglia. Suo marito, regista televisivo a contratto, da quando la crisi è cominciata di punto in bianco non ha ricevuto più incarichi […].

Francesca, laureata in Scienze politiche e parlando fluentemente francese e tedesco, ha deciso di cercare miglior fortuna come insegnante di lingua italiana per stranieri; attualmente insegna privatamente a degli studenti adulti e tiene anche corsi di recupero in una scuola. Non è facile giostrarsi tra i diversi impegni.

La giornata di lavoro di Francesca va da mattina a sera, e ciò rappresenta per lei un enorme cruccio perché non le consente di avere più tempo per i figli, Pietro di 18 anni ed Elena, di 15. Oltre a ciò è anche frustrante il fatto che quanto guadagna non le permette di affrontare le spese. “Non abbiamo mai avuto problemi di denaro”, racconta lei. “Ho sempre lavorato e mi potevo perfino permettere la baby sitter e la domestica. Negli ultimi anni abbiamo fatto economia, tagliato tutte quelle spese che non sono strettamente necessarie”.

Sono tre anni che la famiglia non fa più vacanze: entrambi i figli, che nel frattempo frequentano la scuola superiore, hanno dovuto rinunciare alle attività sportive e al campeggio estivo. Francesca ha messo da parte la motocicletta e si reca al lavoro in bicicletta, al ristorante ci va al massimo una volta ogni due mesi e raramente invita gli amici a casa.

La famiglia da cui proviene Francesca è relativamente benestante: il padre, giudice, ha lasciato in eredità un appartamento a ciascuno dei cinque figli. Francesca abita ancora oggi nella casa dove è cresciuta, un ampio appartamento d’epoca del quartiere nomentano; alla morte dei genitori ha ereditato l’appartamento che necessitava di una urgente ristrutturazione. La coppia ha acceso un mutuo che sta ancora pagando. “Chiaro che non pagare l’affitto sia un vantaggio”, dice lei “ma in Italia le tasse sulla casa sono purtroppo molto alte. A questo si aggiungono le spese condominiali e tutta una serie di altri costi extra”.

Il suo stipendio ridotto è di 1800 euro al mese, cui si sommano un paio di centinaia di euro grazie alle lezioni di italiano. Le rate del mutuo sono di 700 euro al mese, i costi fissi per l’appartamento, 600; non rimane molto per il cibo e le spese per la vita quotidiana. “Non abbiamo più soldi” dice Francesca. “Tutti i nostri risparmi sono terminati” ammette con tono rassegnato. “Ci consola il fatto che non siamo i soli” dice la 53enne romana. “[…].

Francesca non avrebbe più voglia di continuare se non vedesse un barlume di luce alla fine del tunnel; al termine di quest’anno il marito andrà in pensione a 64 anni. Maurizio ha sempre versato i contributi previdenziali e avrà una pensione che per i parametri italiani non è male. Nel 2018 avranno finalmente terminato di pagare il mutuo. “Solo allora potremo tornare a respirare. Sarà sempre una situazione dura, ma almeno non impossibile”.

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