Dopo Frauke Petry, Marine Le Pen e Norbert Hofer, il presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia è stato a Mosca per firmare un accordo di cooperazione con il Cremlino: "E' un brand che ci fa comodo e noi facciamo comodo a loro per riallacciare i rapporti con i Paesi dell’Unione Europea". Che "come dice il ministro degli Esteri Lavrov, mostra gli stessi difetti che hanno portato alla disgregazione dell’Unione Sovietica"
Marine Le Pen, Norbert Hofer, Frauke Petry, e ora Matteo Salvini. La stretta di mano del 6 marzo tra il leader della Lega Nord e Serghiei Zhelezniak, vicesegretario generale del Consiglio per le Relazioni internazionali di Russia Unita, il partito di cui fa parte Vladimir Putin, vale più di un semplice accordo di cooperazione. Rappresenta un altro step nella crescita di un fronte euroscettico all’interno dell’Ue che vede nel presidente russo un modello. E che vede a sua volta considerato da quest’ultimo come un’occasione. Uno strumento. “Un accordo di cooperazione su tematiche di comune interesse – spiega a IlFattoQuotidiano.it Gianluca Savoini, presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia e responsabile per il Carroccio dei rapporti con Mosca già dai tempi di Umberto Bossi – quello di Putin è un ‘brand’ che ci fa comodo e noi facciamo comodo a lui per riallacciare i rapporti con i Paesi dell’Unione”.
In cosa consiste questo accordo che avete firmato ieri e che è stato seguito anche da un incontro con il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov?
“Si tratta di un accordo di cooperazione tra la Lega Nord e il partito Russia Unita nelle sedi istituzionali internazionali su tematiche di comune interesse. In materie come immigrazione, sovranità nazionale e collaborazione commerciale e in altri campi abbiamo molti punti in comune con il partito di governo russo. Questa intesa avrà una durata di cinque anni e siamo molto contenti di essere tra i primi partiti della cosiddetta Europa occidentale, secondi solo al Partito della Libertà austriaco (Fpö), a stipulare un accordo del genere con il partito di Putin”.
L’intesa prevede anche un supporto di tipo economico ai partiti europei euroscettici come la Lega?
“Non esiste alcun accordo economico tra partiti. L’unico risvolto economicamente positivo, nel caso in cui la Lega e i suoi alleati salgano al governo, è che stabiliremo nuovi rapporti con la Russia. Le sanzioni a Mosca ci sono costate 5 miliardi di euro”.
Si rafforza un rapporto già buono tra Lega e governo russo…
“Assolutamente sì. Abbiamo dato il nostro appoggio alla Russia già dalla vicenda ucraina, una brutta faccenda causata dall’ingerenza di altri Paesi stranieri guidati dagli Stati Uniti di Barack Obama. Oggi le cose sembrano essere cambiate: speriamo che Donald Trump passi dalle parole ai fatti e avvicini nuovamente gli Usa e la Russia, invertendo il trend voluto dalla precedente amministrazione che ha portato a una nuova Guerra Fredda”.
Torniamo in Europa. Ieri voi, qualche settimana fa Frauke Petry, Marine Le Pen e il partito austriaco di Norbert Hofer. Quanti altri incontri e accordi sono in programma tra i partiti euroscettici e quello di Putin?
“Questo dovreste chiederlo ai vertici di Russia Unita. Certo, è innegabile che vi sia un interesse tra i partiti alleati in Europa come Lega, Front National, Alternative für Deutschland e molti altri a ristabilire un rapporto con la Russia che si è interrotto dopo la questione ucraina. Di certo, so che molti Paesi dell’Europa dell’est come Ungheria, Bulgaria e molti altri hanno più volte incontrato i vertici del governo e hanno stretto accordi su temi di interesse comune”.
Lei sta dicendo che Putin sta creando un suo fronte interno all’Unione Europea…
“Le vittorie di questi partiti avranno un risvolto positivo anche per la Russia che, così, potrà recuperare dei rapporti che si sono interrotti. Ma guai a pensare a un’ingerenza russa nelle nostre politiche: la Lega risponde solo alle decisioni della Lega e di nessun altro partito. Nessuno ci guida”.
Resta il fatto che questo è a tutti gli effetti un fronte politico che fa comodo a tutte le parti in causa.
“Esattamente. L’appoggio di Putin farà bene a partiti come la Lega in vista degli appuntamenti elettorali europei (a marzo in Olanda e Bulgaria, ad aprile in Francia e a settembre in Germania, ndr) e a Putin conviene che questi partiti riescano a governare per poter finalmente riallacciare rapporti con i membri dell’Ue”.
Continua a vedere un fronte antieuropeista…
“Come le ho detto, non esiste decisione presa di comune accordo, nessuna ingerenza, se non sui tavoli internazionali in cui siamo tutti presenti. Se si parla di un fronte europeo critico nei confronti di questa Europa, allora quello c’è già. Ieri Lavrov ha detto una cosa interessante: l’Unione Europea di oggi mostra gli stessi difetti che hanno portato alla disgregazione dell’Unione Sovietica, ossia un eccessivo centralismo di Bruxelles come ieri c’era quello di Mosca”.
Quindi è Putin che entra in un fronte politico già esistente e non viceversa?
“Esatto”.
Nel 2017 si voterà nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania. Si aspetta l’endorsement di Putin per il Partito per la Libertà olandese di Geert Wilders, per il Front National e per Afd?
“Non so se ci sarà l’endorsement. Indubbiamente gli farà piacere un’eventuale vittoria di questi partiti”.