All’imputato sono contestati i reati di induzione alla corruzione, falso, favoreggiamento e peculato nell'ambito dell'inchiesta Mazwork. Al centro dell’indagine i presunti favori illeciti fatti all’amico imprenditore Giovanni Cottone (tuttora in carcere), ex marito di Valeria Marini. "Ho commesso delle superficialità - ha detto Finolli - ma non ho mai macchiato la divisa in 45 anni di polizia"
L’ex questore di Bergamo Dino Finolli ha patteggiato un anno e 11 mesi, pena sospesa. L’accordo ottenuto tra la difesa e i pm Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi è stato accolto dal gup Federica Gaudino, che ha sciolto la riserva. All’ex questore sono contestati i reati di induzione alla corruzione, falso, favoreggiamento e peculato nell’ambito dell’inchiesta Mazwork. Al centro dell’indagine i presunti favori illeciti fatti all’amico imprenditore Giovanni Cottone (tuttora in carcere), ex marito di Valeria Marini. “Ho commesso delle superficialità – ha detto Finolli -, ma non ho mai macchiato la divisa in 45 anni di polizia.
Nell’inchiesta sul presunto svuotamento della società di lavoro interinale Maxwork era coinvolti 19 indagati. Per l’ex questore il tribunale del Riesame lo scorso novembre aveva disposto i domiciliari. Quando un anno fa esplose l’inchiesta emerse che l’allora alto funzionario avrebbe ricevuto da Cottone anche bracciali d’oro, smartphone di ultima generazione, soggiorni in Liguria e addirittura due condizionatori fatti installare, e poi sequestrati, negli uffici della Questura di Bergamo. Per il gip Ciro Iacomino, che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare per Cottone, si trattava di compensi devoluti dall’imprenditore “per i molteplici servigi ricevuti nel tempo” dall’ex questore della città e “per assicurarsi anche quelli futuri”. Tra i favori, secondo le indagini, ci sarebbero stati la “domanda di cittadinanza di Daniele Sampaio Visinguera (ex fidanzata brasiliana di Cottone – ndr)” nonché “la domanda di porto d’armi per uso difesa personale” dello stesso imprenditore.