Televisione

Emigratis, il ritorno di Pio e Amedeo è un successo: i due comici foggiani arrivano a Budapest, alla corte di Rocco Siffredi

L'approccio volutamente e intelligentemente trash di Emigratis può sembrare, a un occhio superficiale, l'ennesimo esempio di tv spazzatura, zeppa di parolacce e volgarità. E invece no, tutt'altro. Pio e Amedeo portano all'eccesso i difetti tipici degli italiani all'estero, esasperano i cliché a modo loro, “scandalizzano” i benpensanti ma colgono nel segno

di Domenico Naso

Oltre un milione di telespettatori, uno share del 15,82%: il ritorno di Pio e Amedeo con la seconda stagione di Emigratis su Italia1 è stato un successo. Soprattutto se si considera che la puntata è andata in onda a mezzanotte e un quarto, subito dopo Le Iene.

La comicità eccessiva, politicamente scorretta e sboccata del duo foggiano non è più una sorpresa. Dagli esordi a TeleNorba, passando per Le Iene e l’esperienza cinematografica, Pio e Amedeo sono ormai una certezza, un fenomeno cult soprattutto tra il pubblico più giovane e che, tuttavia, fa storcere il naso a qualcuno.

Sì, perché l’approccio volutamente e intelligentemente trash di Emigratis può sembrare, a un occhio superficiale, l’ennesimo esempio di tv spazzatura, zeppa di parolacce e volgarità. E invece no, tutt’altro. Pio e Amedeo portano all’eccesso i difetti tipici degli italiani all’estero, esasperano i cliché a modo loro, “scandalizzano” i benpensanti ma colgono nel segno, perché la rappresentazione che ne viene fuori è una riuscitissima presa per i fondelli.

La prima puntata di questa seconda stagione (stasera andrà in onda un nuovo episodio alle 23.30 su Italia1) è stata dedicata al porno, con i due comici foggiani in trasferta a Budapest alla corte di Re Rocco Siffredi. Tra le riprese di un film hard con Malena e un incontro alle terme con Eva Henger, Pio e Amedeo hanno raccontato a modo loro l’universo della pornografia.

Non hanno peli sulla lingua, non hanno rispetto per nessuno, sfottono chiunque anche in modo decisamente indelicato (ieri sera hanno più volte ricordato a Davide Lanzafame, giocatore dell’Honved Budapest, la recente squalifica per il calcioscommesse). Sono tamarri e volgari e per un pubblico facilmente scandalizzabile rappresentano il peggio del peggio. Eppure la volgarità di Pio e Amedeo è intelligentissimo sfottò. I due si trasformano nel peggio dell’italianità per prendersi e prenderci in giro. E in un panorama comico sin troppo pettinato come quello italiano, i loro eccessi verbali sono una boccata d’aria fresca, la prova che persino da noi si può far ridere con clamorose volgarità senza, paradossalmente, essere più volgari di tanti altri.

Piacciono moltissimo ai più giovani, Pio e Amedeo, semplicemente perché utilizzano il linguaggio dei più giovani, trasformandolo in qualcosa di positivo, in un esercizio lessicale di volgarità sfottente e strafottente. È il ritratto sapido di una italianità che esiste e che esportiamo in ogni angolo del mondo. Scandalizzarsi per le battute di Pio e Amedeo è sin troppo facile. Cercare di analizzare attentamente il loro linguaggio e il loro “messaggio”, invece, è esercizio più articolato ma necessario per capire che la loro volgarità è molto meno volgare di tanta altra tv pettinata.

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