I colpi sparati, la porta sul retro e la cancellata sporca di sangue. Sono diversi i punti da chiarire per fare luce su quanto accaduto tra il 9 e il 10 marzo, quando il ristoratore Mario Cattaneo, ora indagato per omicidio volontario, ha ucciso il 32enne Petre Ungureanu, uno dei ladri che stava tentando di entrare nella sua proprietà a Castelletto Lodigiano. E presso il locale Carpe diem di Caselle Lurani, un paese che dista pochi chilometri, è partita la raccolta firme Io sto con Mario, per manifestare sostegno al titolare l’Osteria Dei Amis. “Si tratta di un gesto in più – spiega Angelo Ungherini, uno degli amici di Cattaneo – Chiunque voglia sottoscrivere quei fogli significa che vuole dire che sta con Mario, che crede nella sua versione dei fatti e lo sostiene”. E anche il leader della Lega Matteo Salvini è andato al ristorante per esprimere la sua solidarietà al titolare.

I punti da chiarire – Una testimone ha riferito di avere sentito due spari – ma potrebbe trattarsi di un’impressione, dal momento che è la sola che ne parla – mentre Cattaneo ha parlato di un solo colpo partito accidentalmente dal suo fucile da caccia mentre un ladro cercava di strappargli in fucile. Se i colpi siano stati uno o due è una circostanza che rimane da chiarire visto che l’arma, quando sono intervenuti i carabinieri, era già stata riposta nel mobile di sicurezza in cui sono custodite le armi dell’uomo, appassionato di caccia.

È difficile però stabilirlo con degli accertamenti balistici perché il fucile potrebbe essere stato usato nel periodo precedente in una battuta di caccia. Cattaneo avrebbe avvertito i carabinieri del furto, ma solo in un secondo tempo di avere sparato. Ai fini della qualificazione giuridica dei fatti sarà importante anche stabilire come l’imprenditore ha aperto la porta sul retro dell’osteria e che si affaccia al cortiletto in cui in quel momento si trovavano i ladri che erano usciti dopo aver rubato alcune stecche di sigarette. Sembra che fosse assicurata anche con dello spago e che Cattaneo l’abbia aperta con forza. È a quel punto che uno dei ladri avrebbe afferrato la canna del fucile, trascinando a terra il ristoratore per disarmarlo. In quel momento sarebbe partita la rosa di pallini che hanno colpito alla schiena Ungureanu. Alcuni sono rimasti nel corpo della vittima, altri fuoriusciti. Segno che il colpo è stato sparato da distanza ravvicinata.

Un altro punto da chiarire sono le tracce di sangue trovate sulla cancellata che ha dovuto scavalcare il ladro la notte tra giovedì e venerdì scorsi fuori dall’Osteria de Amis prima di morire, un centinaio di metri dopo. Bisognerà accertare, anzitutto, se si tratti di sangue della vittima o di uno dei complici non ancora identificati. Intanto il mazzo di rose rosse che era stato lasciato al cimitero in memoria della vittima è stato trovato a calpestato e strappato proprio nel punto in cui il romeno si era accasciato a terra prima di morire. Sul posto è poi stato posato anche un mazzo di fiori di plastica, anche questo ritrovato a terra stamani.

Il fratello del ladro ucciso: “Perdoniamo, ma vogliamo giustizia” – “Io e la mia famiglia perdoniamo Mario Cattaneo davanti a Dio: non vogliamo vendetta ma solo giustizia”, ha detto Victor Ungureanu, fratello di Petru, fuori dall’istituto di medicina legale di Pavia dove era in corso l’autopsia sul corpo del fratello. Victor Ungureanu, che vive e lavora in Svizzera come operaio, aveva spiegato che il fratello era in Italia da alcune settimane e di averlo sentito “due o tre giorni” prima della morte. E’ stato uno sconosciuto ad avvertirlo della tragedia sabato con un telefono che è poi risultato difficilmente riconducibile a una persona identificabile e che, probabilmente, è stato distrutto. La vittima si chiamava Petre, e non Petru, come detto in un primo tempo. Gli inquirenti hanno anche rettificato un primo dato fornito sull’età che è di 32 anni e non di 28.

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