“Il pm mi ha fatto l’onore di essere ritenuto, ancora una volta, un sovversivo”. Con queste parole Oreste Scalzone, 70 anni, tra i fondatori di Potere operaio, ha aperto la conferenza stampa in piazza San Domenico a Bologna, proprio sotto le finestre della Procura della Repubblica. Una conferenza stampa condita anche da una breve esibizione dello stesso Scalzone alla fisarmonica, con l’esecuzione di alcuni brani della tradizione della sinistra extraparlamentare e della celebre Internazionale. I pm bolognesi lo hanno indagato per istigazione a delinquere per le sue frasi pronunciate alla commemorazione di Francesco Lorusso. “Siate più sovversivi e meno timidi, se la polizia attacca è necessario difendersi anche con le bottiglie”, aveva detto l’11 marzo. Parole dette a pochi metri dalla biblioteca occupata il 9 febbraio dal collettivo università Cua e sgomberata poche ore dopo dalla Polizia in tenuta antisommossa. Da quel giorno di un oltre un mese fa, sono seguiti giorni di polemiche e scontri in piazza. Ora, il capo della Procura Giuseppe Amato ha affidato al procuratore aggiunto Valter Giovanni l’indagine sulle parole di Scalzone. “Io non intendo difendermi – ha spiegato l’ex leader di Potere operaio – non faccio l’innocente. Alla domanda ti dichiari innocente o colpevole, io dico: non mi interessa questa eterna dialettica, non è affar mio”. Scalzone era affiancato dall’avvocato Marina Prosperi e dagli stessi attivisti del Cua. Ha fatto un riferimento anche ai recenti scontri di Napoli in occasione della visita di Matteo Salvini: “Pensate voi se non ci fossero quelli che voi chiamate scapestrati. Fossi stato a Napoli sarei andato appresso a loro”, ha detto. Infine l’ex esponente di Potere operaio – condannato nel 1988 a 8 anni per associazione sovversiva nel cosiddetto “processo 7 aprile”, e nel 2007 tornato in Italia dopo essersi rifugiato in Francia per 25 anni – ha attaccato il pm Giovannini. Lo ha fatto citando il caso di Vera Guidetti, farmacista 63enne che nel 2015 si uccise con l’insulina, dopo aver iniettato una dose letale all’anziana madre. Due giorni prima del suicidio, il pm Giovannini sentì la farmacista come persona informata sui fatti nell’ambito di un’indagine su un furto di gioielli. “C’è qualcosa che non funziona – ha detto Scalzone – se una persona esce da una giornata di interrogatorio e sente che è stata sprezzata, violentata, calpestata la sua vita”. Per il caso Guidetti è aperto contro Giovannini un procedimento disciplinare al Csm, mentre un’indagine penale si è già chiusa con l’archiviazione delle accuse.