Luigi Marroni risponderà alle domande dell’avvocato di Tiziano Renzi, sì, ma solo davanti al pubblico ministero. E’ la decisione dell’amministratore delegato della Consip, che ha un ruolo chiave nell’inchiesta che ha coinvolto tra gli altri anche il ministro Luca Lotti e che ha spiegato che la decisione è stata presa per “garantire la riservatezza di quanto dichiarato”. Marroni in una nota precisa “di avere utilizzato la facoltà, prevista dalla legge, di non rendere dichiarazioni alla difesa, dato che in tale procedura non si applica il potere di secretazione da parte del pubblico ministero ed in considerazione del clamore mediatico suscitato dalla predetta richiesta di interrogatorio. Le dichiarazioni potranno invece essere serenamente rese, se l’avv. Bagattini deciderà di fare richiesta in tal senso, di fronte al pubblico ministero incaricato”.
L’avvocato di Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze, chiedeva di sentire Marroni per quanto dichiarato da quest’ultimo agli inquirenti della Procura di Napoli sulle presunte pressioni ricevute dal padre dell’ex presidente del Consiglio per “accontentare le richieste dell’imprenditore Carlo Russo“, amico di Alfredo Romeo. Ora, dopo il rifiuto di Marroni, come prevede la legge Bagattini potrà chiedere alla procura di Roma di procedere all’interrogatorio in sua presenza. Bagattini giudica come “sorprendente” il fatto che Marroni “abbia deciso di non rispondere alle nostre domande” e spiega comunque che, alla luce di quanto emerso, appare “meno eccezionale, almeno allo stato, la necessità di esaminare” Marroni.
Il riferimento è al fatto che Bagattini ha acquisito alcuni verbali di interrogatorio depositati dalla Procura che, secondo il legale, dimostrano che l’ad di Consip – parlando con i pm di Roma e Napoli – “ha escluso che oggetto degli incontri a suo dire avuti con Carlo Russo fosse l’imprenditore Romeo e/o aziende a questi riconducibile”. L’avvocato di Renzi senior spiega che emerge “dai verbali delle dichiarazioni rese” ai pm dallo stesso Marroni. Inoltre, spiega il legale, gli incontri tra il faccendiere Russo e Tiziano Renzi, “sarebbero da collocare tra gli ultimi mesi del 2015 e il marzo 2016”, 9/12 mesi prima dell’interessamento che “emergerebbe dalle intercettazioni ambientali”. Una circostanza che per Bagattini è in contrasto con l’accusa mossa al suo assistito, “accusato di aver favorito gli interessi dell’imprenditore Romeo nel corso del 2016”, e ciò “risulta particolarmente favorevole alle ragioni difensive dell’indagato”, conclude la nota.