La richiesta era arrivata dai costruttori di auto, che avevano chiesto al presidente americano Donald Trump di rivedere gli standard sulle emissioni fissate da Obama. Una richiesta che ora arriva a buon fine e che rappresenta un altro duro colpo in campo ambientale all’eredita della passata amministrazione. “Ripristineremo i programmi precedenti”, ha spiegato Donald Trump parlando in Michigan, dove ha incontrato tutti i big dell’industria automobilistica. Tra gli invitati anche Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca. Il presidente ha poi aggiunto come le regole introdotte dal suo predecessore penalizzano lo sviluppo dell’industria dell’auto e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Già nei mesi scorsi, quando aveva ricevuto il Ceo di Fiat Chrysler, il tycoon aveva chiesto nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti in cambio della deregulation. E la decisione di eliminare i limiti sulle emissioni è in linea con le sue dichiarazioni (“L’ambientalismo è fuori controllo”, aveva detto) e con le convinzioni di Scott Pruitt, il nuovo responsabile dell’Ambiente del governo americano, secondo cui “le emissioni di Co2 non sono la prima causa del surriscaldamento globale“. E proprio a Pruitt si era avvicinata l’Alliance of Automobile Manufacturers – che rappresenta i costruttori – chiedendogli di rivedere al ribasso i limiti alle emissioni stabiliti da Obama.
Quella di oggi è la prima volta di Trump da presidente in Michigan, dove ha vinto su Hillary Clinton con uno scarto dello 0,3%. “E’ la continuazione di un dialogo con l’industria dell’auto, ma anche un’occasione per incontrare molte delle persone che lo hanno eletto”, aveva detto nei giorni scorsi Chris Liddell, ex chief financial officer di General Motors ora assistente del presidente per le iniziative strategiche.
Il ritorno di Trump in Michigan mette in evidenza la sua attenzione per l’industria dell’auto, che il presidente stesso ha messo sotto pressione pubblicamente con attacchi su Twitter per stabilimenti e posti di lavoro in Messico. Nel corso della campagna elettorale, Trump ha assicurato che l’accordo di libero scambio del Nafta sarà rinegoziato e, nel caso non si arrivasse a una soluzione soddisfacente, minacciato di imporre una tassa del 35% sull’import di auto prodotte in Messico.
Il Nafta è un accordo essenziale per l’industria automobilistica americana, che ha spostato in Messico parte della sua produzione e che riceve dal Messico componenti essenziali per l’assemblaggio di auto negli Stati Uniti. Trump potrebbe cogliere l’occasione dell’incontro con i manager dell’industria a Detroit per fare un punto su come intende muoversi, ma anche per aggiornarli sulle nuove politiche ambientali, con l’Agenzia per la Protezione Ambientale e il Dipartimento dei Trasporti che si apprestano a rivedere gli standard per le emissioni.