Una serie lunghissima di email inviate alla casella di posta di Palazzo Chigi, alcune contenenti parole violente. E alla fine è arrivata la sentenza: 2 anni e 2 mesi di reclusione con il rito abbreviato
Non solo espressioni da ‘innamorato’ come “tu sei il mio fiore” ma anche vere e proprie minacce: “Ti amo ma ti devo ammazzare” è il testo di una delle centinaia di mail con cui Giuseppe Dragone, 45 anni, di Pozzuoli (Napoli), ha inondato la casella di posta dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. E alla fine è arrivata la sentenza: il gup di Roma, Rosalba Liso, ha condannato l’uomo a 2 anni e 2 mesi di reclusione con il rito abbreviato.
“Non c’è mai stato alcun contatto tra il mio assistito e il ministro Boschi, che non ha mai risposto ai suoi messaggi”, ha spiegato il difensore di Dragone, l’avvocato Guido Iaccarino, aggiungendo che l’ossessione del suo assistito “deriva da una patologia psichiatrica che ha sviluppato negli anni”.
Il ministro Boschi non era presenta in aula. A denunciare la vicenda fu proprio lei e le venne per questo assegnata la scorta, “contravvenendo – ha sottolineato il pm – al suo stile di vita improntato alla riservatezza al di fuori dalle circostanze ufficiali”.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’attenzione spasmodica del 45enne napoletano dei confronti di Maria Elena Boschi si è manifestata per la prima volta il 29 febbraio dello scorso anno: “Voglio vederti, domani sono ad Arezzo“. Messaggio al quale l’allora ministro non ha mai risposto e che è stato solo il primo di una lunghissima serie ora giunta alla fine con l’arresto e la condanna di Dragone.