Cultura

Quattordici domande brevi da leggere nel tempo di un caffè: risponde Paolo Fresu

Dall'alta quota della Val di Fiemme ai fondali del Gargano dove Paolo Fresu si è esibito con Paola Turci. Durante il suo tour europeo il maestro ha suonato con giovani musicisti e riletto Bach con un quartetto d’archi. Fresu vive di contaminazione: ogni luogo del mondo, circostanza o persona diventano il miglior spartito con cui sperimentare suoni, armonia e vita. Il celebre trombettista e flicornista italiano che ha duettato - tra gli altri - anche con Uri Caine è promotore di iniziative finalizzate alla raccolta fondi destinati al restauro e alla riapertura del Cinema Teatro Comunale “Giuseppe Garibaldi” di Amatrice, luogo simbolo della cultura e della ricostruzione del tessuto sociale di uno dei centri storici distrutti dal sisma. Fresu fondatore del festival di Berchidda - che quest'anno varca la soglia dei 30 anni - venerdì 24 marzo sarà in concerto con il Devil Quartet all'Auditorium di Roma

Un caffè con…
di Elisabetta Reguitti

1 – Come si descrive
Riflessivo ma a volte anche impulsivo. Insomma, un carattere imprevedibile.

2 – Quando si è sentito più felice
Il giorno in cui è nato mio figlio Andrea.

3 – Quando si è sentito più triste
Più che quando è morto mio padre quando è mancato un caro amico.

4 – Cosa la colpisce negli altri
L’intelligenza e lo sguardo.

5 – Scrittore preferito
Hermann Hesse. Giusto per dirne uno.

6 – Film preferito
L’ultimo di mio figlio: Oceania.

7 -Le colpe altrui per le quali è più tollerante
La passione. Perché avendo passione si sbaglia con passione.

8 – Suo miglior pregio
La passione.

9 – Suo peggior difetto
La testardaggine.

10 – Cosa avrebbe voluto fare da grande
Il fioraio. Nel senso del coltivatore di fiori.

11 – Un rimpianto
Nessuno.

12 – Cane o gatto
Cane.

13 – Personaggio di fantasia preferito
E’ ancora da fantasticare.

14 -Un modo di dire che la rappresenta
Fino a ieri “In caminu s’accontzat barriu” in lingua sarda/logudorese (il carico lo si aggiusta durante sul percorso). E’ che l’ho usato troppe volte. Quello nuovo potrebbe essere “Chie bussat cun sos pes giughet cosa in manu” (chi bussa con i piedi ha qualcosa in mano”. Ma il motto dove è? E’ che nella vita bisogna sempre arrangiarsi e trovare la via più semplice per le cose.

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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