Lasciata fuori da Montecitorio perché non italiana. E’ accaduto a Ilham Mounssif, nata in Marocco 22 anni fa, da 20 vive in Italia, accento sardo, che è stata premiata nell’auletta dei gruppi parlamentari della Camera per i risultati nei suoi studi: laurea con 110 e lode in Relazioni internazionali. Ma quando Ilham ha chiesto di visitare il Parlamento le è stato detto che non poteva entrare in quanto il passaporto di cui è in possesso è di un paese fuori dall’area Schengen.
C’è voluto l’intervento della presidente della Camera Laura Boldrini che, appena venuta a conoscenza della vicenda, ha invitato la studentessa a visitare il Palazzo in occasione della giornata ‘Montecitorio a porte aperte’. La ragazza, ha detto la Boldrini, è vittima di “un torto insopportabile”. In effetti, l’ingiustizia è quella di essere italiani con il permesso di soggiorno: cittadini nati e cresciuti nel nostro paese, l’Italia, che devono stare in fila fuori da qualche questura per rinnovare i documenti. Questo accade a causa di una legge, lo ius sanguinis, che concede la cittadinanza a chi, magari nato in Brasile, ha un avo italiano.
Mentre chi nasce o cresce qua in Italia, compiendo gli studi, lavorando e dando un contributo alla crescita nazionale può non avere la cittadinanza rimanendo incastrato nelle beghe burocratiche che fanno sì che ci siano centinaia di migliaia di concittadini, cresciuti a pasta e pizza, con il permesso di soggiorno.
A porre rimedio basterebbe cambiare la legge, scegliendo lo ius soli: chi nasce in Italia è italiano. Il dibattito è aperto da anni e da anni la riforma è ostaggio dei giochi di palazzo, di incoscienti che siedono a destra e a sinistra.
Probabilmente in riferimento all’accaduto, Matteo Salvini ha scritto: “La Boldrini vuole una legge per dare la cittadinanza facile agli immigrati. Io vorrei una legge per togliere la cittadinanza alla Boldrini”. In sostanza, per il leader della Lega nord chi è nato e cresciuto qui è – e rimane – un immigrato a cui qualcuno vuole concedere “facilmente” un diritto. Esistono quindi italiani di serie A e di serie B.
Salvini vorrebbe mettersi il berretto del controllore che siede vicino alla porta e decide chi è italiano e chi non lo è. Anche se una volta, qualche decade fa, lo stesso Salvini si sentiva un nordista alla John Wayne. I napoletani, puzzolenti e cattivi, se lo dovrebbero ricordare bene. Anche quelli che si sono lasciati convincere da qualche sorriso e babà della pace, avvelenato.