Il regista iraniano è stato intervistato durante una masterclass al Doha Film Institute’s: “Uno dei miei più grandi desideri è quello di fare un film che legga la realtà umana attraverso il registro della commedia. Spero di farlo presto, al mio ritorno in Iran”
Asghar Farhadi rompe il silenzio dopo aver vinto l’Oscar. Il regista iraniano, che per protesta contro il Muslim ban di Donald Trump non ha partecipato alla cerimonia del 26 febbraio scorso quando ha vinto la statuetta per il miglior film straniero con Il Cliente (The Salesman), è stato intervistato durante una masterclass al Doha Film Institute’s. In collegamento Skype da Madrid, dove sta preparando il suo nuovo film che vedrà protagonisti Javier Bardem e Penelope Cruz, Farhadi è tornato a parlare della vittoria alla Notte degli Oscar, del suo primo film con attori non iraniani, e della voglia di girare una commedia in Iran.
“Avevo già vinto un Oscar per Una separazione ma questa volta è stato un po’ diverso. Avevo meno ragioni per promuovere il film negli Stati Uniti”, ha spiegato Farhadi. “Il film era già uscito ed era già stato visto, tuttavia la mia intenzione originaria era quella di andare alla cerimonia, ma a causa del divieto di viaggio ho deciso definitivamente di non andare e guardarla online”. Quando gli intervistatori del Doha hanno chiesto al regista iraniano se tutte le considerazioni politiche nate attorno al Muslim Ban e a Trump hanno offuscato la vittoria del suo secondo Oscar, quindi se secondo lui i membri dell’Academy hanno votato The salesman più per protestare contro il divieto del neopresidente che per il valore artistico del film, Farhadi ha sottolineato che “il film aveva già compiuto il suo percorso in sala prima che accadesse tutto”, e che ovviamente “non aveva fatto nessun calcolo, ma reagito spontaneamente al divieto di viaggio”, e che soprattutto “è complicato capire i criteri che hanno convinto i membri dell’Academy a votare per il mio film”.
“Ho poi scelto di farmi rappresentare sul palco dall’astronauta Anousheh Ansari e dell’ex ingegnere Nasa Firouz Naderi per due ragioni – ha spiegato il regista – intanto perché sono immigrati iraniani che hanno raggiunto grande successo negli Stati Uniti, poi ho pensato che la loro professione fosse interessante perché quando si è in alto nel cielo tutti questi confini e divisioni che abbiamo sul suolo terrestre non si vedono più”.
Farhadi ha anche anticipato un paio di importanti novità per la propria carriera di regista a livello internazionale. Intanto il nuovo film che sta scrivendo e che si girerà con protagonisti Bardem e la Cruz, probabili marito e moglie in un thriller psicologico ambientato nella Spagna rurale; infine l’idea di girare un nuovo film in Iran davvero particolare: “Uno dei miei più grandi desideri è quello di fare un film che legga la realtà umana attraverso il registro della commedia. Spero di farlo presto, al mio ritorno in Iran”.