Mi capita spesso di leggere articoli che incriminano il parto cesareo come se fosse una piaga insanabile. Questo mi riporta a quel che ho vissuto alcuni mesi fa, quando mi capitò quel che capita sempre alle donne incinte: sentire parlare di gravidanza, parto e puerperio secondo scuole di pensiero ideologiche, rigide e spesso in contraddizione netta con altre “scuole”.
Alla trentesima settimana mio figlio è ancora podalico. Mi viene detto che se la situazione non cambierà dovrò fare un cesareo. Mi dispero, perché la mia mente è vittima del pensiero inconscio che una donna che non partorisce naturalmente sia meno “donna vera”, sia meno autodeterminata, faccia “un parto medicalizzato”. Incontro un’ostetrica che mi mette subito in guardia dai pericoli di chi vuole per questioni economiche farmi fare il cesareo a tutti i costi. Mi dice testualmente “dovrai combattere per non fartelo fare, non demordere. Se fai un cesareo neghi a tuo figlio un’esperienza fondamentale per il suo futuro, sarai vittima di una medicalizzazione”.
Cerco di informarmi e tutte le cose che riesco a reperire sono viziate da ideologia. Estremismo ostetrico contro estremismo del cesareo (è vero, spesso per ragioni economiche). Non riesco a trovare nessun parere oggettivo che mi indichi la via da percorrere. Per farvela breve mi ritrovo alla trentasettesima settimana. Mio figlio si è girato ma la posizione è ritenuta comunque distocica, non si è incanalato bene, potrebbe uscire con il braccio lungo il canale del parto, il cordone sembrerebbe essere avvolto attorno al collo. Il mio ginecologo mi suggerisce di programmare il cesareo ma mi lascia comunque libertà di scelta. Non mi garantisce però che alla fine del travaglio potrò comunque partorire tranquillamente in maniera fisiologica.
Mi vengono in mente gli applausi che ho sentito per chi ha partorito senza epidurale e porta il dolore come una bandiera. Mi viene in mente che “partorirai con dolore” è “secondo natura”. Mi ricordo di una conoscente che aveva cercato di partorire in casa. Dopo infinite ore di travaglio e il pericolo di morte per lei e il bambino, è stata salvata da un cesareo. Mi ricordo di conoscenti il cui figlio a causa della sofferenza fetale ha riportato gravi danni. Milioni di donne nella storia son morte di parto, milioni di bambini sono nati con gravi conseguenze causate dal parto, ben più donne nella storia hanno sofferto le pene dell’inferno e riportato conseguenze gravi.
In questa confusione che ho in testa le varie opinioni che cerco di reperire sono sempre viziate da ideologia.
Alla fine opto per il cesareo programmato eseguito col metodo Stark. Assisto alla nascita di mio figlio, insieme al mio compagno, addormentata soltanto dalla vita in giù. Sento il vagito, il mio compagno osserva il cordone ombelicale che con due giri avvolgeva il collo del nostro piccolo. Stiamo bene, abbraccio subito mio figlio che rimane quasi sempre con noi, il giorno dopo cammino già, l’allattamento al seno è perfettamente avviato dopo tre giorni e tuttora lo allatto esclusivamente al seno.
Successivamente ho sentito di parti “naturali” avvenuti con naturalissime tecniche: ventosa, kristeller, iniezioni di ossitocina, induzione del travaglio, gel, scollamento manuale delle membrane, episiotomia, manovre invasive… Questi parti dalle estremiste ostetriche non sono ritenuti medicalizzati tanto quanto il mio. Quelle donne hanno sofferto, hanno partorito aiutate da altre donne ostetriche, sono autodeterminate perché il figlio è nato dalla vagina e non grazie a un bisturi, tenuto in mano magari da un uomo. Queste sono le cavolate che ho dovuto leggere e sentire. O comunque almeno se alla fine è stato cesareo, non sono state tanto pavide da programmare il cesareo, come me. Il “cesareo non è un parto naturale”, come se un parto vaginale fosse necessariamente un parto naturale.
Quando il risultato di un parto naturale voluto a tutti i costi è la distruzione della vita sessuale di una donna però (pavimento pelvico distrutto, incontinenza, lacerazioni, riabilitazioni anali e vaginali di scarso successo, prolasso dell’utero), le estremiste ostetriche tacciono.
Se non si è fortunate abbastanza da avere un bellissimo parto naturale senza complicazioni, credo che il cesareo sia molto meglio di altre metodiche arcaiche che possono arrecare danno alle donne, e a bambini. E credo ci sia bisogno di scriverlo.