Domenico Gabriele, Dodò per mamma e papà, undici anni, era uno di quei bambini “vivaci, generosi, pazzi per il pallone”. A scuola andava bene tant’è che lo prendevano in giro chiamandolo “secchione”. Ma per Domenico Gabriele ciò che era importante era stare dalla parte giusta. “Era stato un duro colpo per lui scoprire che nel mondo del calcio avvenivano gravi scorrettezze”. Anche nella sua città, Crotone, non tutti erano come lui. Dodò aveva sentito parlare di “quelli là” dai suoi genitori ma mai avrebbe immaginato di vederli in faccia. La sua vita è finita in un campetto di calcio dove “nell’aria al posto del pallone volavano pallottole” destinate ad un affiliato della ‘ndrangheta. Domenico è morto dopo tre mesi di coma nel 2009.
Mafie
Giornata vittime delle mafie, da Dodò ai gemelli Asta: 9 storie di bambini uccisi da Cosa Nostra raccontate da don Ciotti - 2/8
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione