Nadia Nencioni abitava in uno di quei palazzi antichi di Firenze, vicino ad uno dei musei più famosi al mondo, quello degli Uffizi. Uno di quei posti dove non puoi nemmeno immaginare che la mafia possa arrivare. Un luogo dove sognare. Da qualche settimana era ancor più felice per la nascita di Caterina e quella notte erano insieme quando verso l’una furono inghiottite “da un fumo nerissimo e denso”. Una bomba aveva distrutto le loro loto vite. Quella di una undicenne, Nadia e quella di Caterina di soli 50 giorni. Vennero distrutte moltissime abitazioni e persino la Galleria degli Uffizi subì gravi danneggiamenti. La strage è stata inquadrata nell’ambito della feroce risposta del clan mafioso dei Corleonesi di Totò Riina all’applicazione dell’articolo 41 bis, che prevede il carcere duro e l’isolamento per i mafiosi. Era la notte tra il 26 e il 27 maggio 1993.

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Giornata vittime delle mafie, da Dodò ai gemelli Asta: 9 storie di bambini uccisi da Cosa Nostra raccontate da don Ciotti

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